Nocerina, Aldegani vuole farsi ricordare per la parata dell’ex

«Il derby col Benevento ha un significato sempre speciale L’errore di Gubbio? Un episodio sfortunato. Mi rifarò»

NOCERA INFERIORE. Esiste anche la parata dell’ex? Lo spera Gabriele Aldegani, uno che col Benevento ha giocato ma sembra quasi essersene scordato, cioè lo ricorda ma preferisce in maniera netta schierarsi pro Nocerina. Nessuno spera di vederlo esultare per la parata dell’ex. Nel derby, sul fronte rossonero, sperano più che altro nel gol di Evacuo o nelle giocate doc di Bruno, De Liguori e Corapi.

Però lui, trentaseienne, porta in dote d’attualità l’entusiasmo di chi vorrebbe togliersi uno sfizio: «Ci tengo a questa partita, per motivi facilmente comprensibili. Giocando a Nocera da avversario, proprio col Benevento, ho avvertito sensazioni speciali, da stadio vero e da calcio vero, fu una notturna con quasi diecimila spettatori, finì 3-3. Nocera è una piazza speciale, si aspetta tanto da noi e noi abbiamo l’obbligo di dar tanto, anzi tutto. La partita col Benevento, pur considerando il valore dell’avversario, è una di quelle che stimola anche se non sovraccaricata di significati»

Cerca di dribblare, pur giocando in porta. Dribblare sulla scelta della società sannita, che due stagioni fa l’immolò a metà stagione per andarsi a prendere il Paol oni diventato tristemente noto. Sorride e poi fa: «Volete farmi parlare per forza? Diciamo che all’epoca furono scelte societarie. Sarà bello il duello a distanza con Gori, pure lui ex di giornata. Il mio pensiero su di lui? Ghigo è un professionista serio, lo stimo. Qui lo conoscete benissimo, due anni fa ha vinto un campionato e quando si vince non è mai per caso o per fortuna, è per merito».

A proposito di vincere, si sofferma sul campionato e sul momento: «Non è vero che siamo ancora in corsa perché davanti vanno piano. In questo campionato si va piano perché c’è un equilibrio vero. Le partite vivono di episodi, a noi a Gubbio è andata male dopo un gran primo tempo». Fatalmente si arriva alla punizione vincente degli umbri, che l’ha visto responsabile almeno in parte. Tenta un altro dribbling: «Ne stiamo ancora a parlare? Vorrei parlare solo del Benevento. Se avessi preso quel pallone, nessuno avrebbe più parlato di Gubbio. Invece è capitato di non averlo preso quel pallone, che toccando terra mi ha messo in difficoltà». In generale, quindici gol incassati son troppi per una squadra che conserva ambizioni massime. «È così: per stare lì sopra occorre farne tanti e subirne pochi. Ci stiamo lavorando per arrivare alla continuità ed all’equilibrio. In difesa diverse defezioni, la rosa ampia c’ha consentito di sopperire con ragazzi che hanno dato sempre il massimo».

Marco Mattiello

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