SALERNITANA

Nicola, nella vita contano i risultati...

Per l’ex mister dell’ippocampo undici mesi tra luci, ombre e il miracolo salvezza

Proverà a convincersi della banale, retorica, eppure tremendamente vera massima da tirare fuori in questi casi, sempre pronta all'uso. “Nella vita contano i risultati'. Davide Nicola lascia la Salernitana dopo undici mesi, oltre trecento giorni vissuti nonostante tutto, e per sua stessa ammissione, “sempre al massimo”. Uno stile più che uno slogan, diventato virale, e applicato alla sua nuova sfida impossibile, quella sulla panchina granata, sin dal primo giorno da allenatore dell'ippocampo.

Non è servita una notte di riflessione per metterlo a riparo dalla tempesta, il nubifragio di Bergamo costa l’esonero all'allenatore capace di conquistare la prima storica salvezza in serie A della Salernitana. “E però nel calcio non si vive di riconoscenza...”, proverà a convincersi anche di questo Nicola, riavvolgendo i fili di ricordi di un anno o poco meno che difficilmente dimenticherà, chiuso nella maniera peggiore possibile, una sconfitta altrettanto storica, e che mette di fatto fine alla favola 7%, cui un altro dei tre principali protagonisti, dopo Walter Sabatini , arriva ai saluti. Resta dunque così “solo” Danilo I ervolino del trio capace di convincere tutti della possibilità di coronare un sogno, di rendere realtà una missione impossibile, cui è spettata l’ultima parola sull'allontanamento di un tecnico che, per amor del vero, ha provato a difendere fino all'ultimo.

Non erano bastati i confronti post Sassuolo, il summit prima della lunga sosta invernale, le continue rassicurazioni all'insegna dell'unità di intenti, della sintonia, così come ripetuto anche dopo il ko con il Milan alla ripresa del torneo. Se qualcosa, difficile dire il contrario, si era rotto, si aspettava dunque solo l'ultimo epilogo, la sconfitta roboante, e indifendibile, per mettere definitivamente la parola fine. Arrivato in sostituzione di Stefano Colantuono , Nicola ha esordito fermando tra le mura amiche i futuri campioni d'Italia del Milan, il primo pizzicotto a una piazza quasi già rassegnata a una serena retrocessione in serie B, categoria da affrontare con una nuova proprietà e rinnovate ambizioni.

E invece no, perché dove nessuno aveva forse il coraggio di vedere, l'ormai ex tecnico granata ha intravisto la luce, un tragitto da seguire senza paura, e soprattutto, senza nulla da perdere. Dopo buone prestazioni, ma pochi punti e nessuna vittoria, la svolta a Marassi. Tre vittorie di fila, sette risultati utili consecutivi, una scintilla ormai pronta a divampare eppure quasi sedata sul più bello. L’urlo in gola smorzato dal gol di Altare al 99’, dal rigore sbagliato da Perotti sul più bello, la sconfitta più assurda e dolce della storia della Salernitana. L’illusione, questa volta sì, di potersi fermare, di non dover cercare nuove mission impossible da rincorrere in giro per l'Italia, la voglia di aprire un ciclo, di fare di Salerno casa proprio, di togliersi finalmente di dosso quella fastidiosa etichetta da tecnico pronto all'uso a stagione in corso in caso di disperazione.

Eppure dopo l'addio di Sabatini l’amore con il suo successore, Morgan De Sanctis , proprio non è scattato, una visione diametralmente opposta praticamente su tutta la linea, obiettivi, mercato, gestione tecnica, che non ha portato giovamento davvero a nessuno. Eppure qualche sprazzo sembrava il preludio a una stagione all'insegna del bel gioco, della voglia di alzare subito l’asticella, la goleada alla Sampdoria, il pareggio in casa della Juve, soprattutto la vittoria all'Olimpico contro la Lazio di Claudio Lotito . Si è fermata praticamente lì la Salernitana, appena due punti nelle sei giornata successive, Davide Nicola, mister salvezza, esempio di passione, umiltà e grandissima dignità, proverà a convincersi della banale, retorica, eppure tremendamente vera massima da tirare fuori in questi casi, sempre pronta all'uso. “Nella vita contano i risultati”.

Stefano Masucci