L'INTERVISTA

Nello Talento: "Basta autogol, a Salerno puntiamo sullo sport"

Il componente della giunta nazionale del Coni chiede atti di responsabilità per l’impiantistica

SALERNO - Il traguardo massimo la cittadella sportiva a Salerno, ma anche sinergia, e non rincorsa alle istituzioni, per un’impiantistica a misura d’uomo diversa da quella utilizzabile come lo stadio Arechi solo due volte al mese e, soprattutto, sensibilizzazione alle varie discipline congiuntamente al rinnovo della classe dirigente sportiva. Cerca il grande slam Nello Talento - che non dimentica come fino all’eta di 13 anni si vedeva costretto a prendere la filovia per raggiungere Cava e giocare a tennis perché il capoluogo di provincia non offriva campi da gioco - ora componente della Giunta nazionale Coni. «Dobbiamo rimboccarci le maniche, tutti insieme. Occorre una terapia d’urto con quello spirito di sacrificio che, purtroppo, non si avverte del tutto e che di conseguenza provoca una diminuzione dei praticanti. Una crisi che riflette quella del paese Italia ma che va vissuta diversamente interpretando lo sport come una risorsa. Soprattutto a Salerno».

Così Talento si spinge sotto rete, per esaltare il bello dello sport. «Credo che nessuno immagini, ad esempio, cosa può rappresentare la Cittadella sportiva. Basti pensare a quanta occupazione possa offrire la sola foresteria con cento posti. Ecco perché insisto nell’affermare come tutte le componenti debbano pensare ed agire insieme valutando lo sport sia come fattore di benessere, inutile negare i vantaggi per la sanità individuale e il risparmio per la collettività in termini di minori risorse da utilizzare in riferimento all’assistenza medica, che economico considerando l’indotto che si viene a creare sia con la realizzazione di progetti legati all’impiantistica che all’attività puramente tecnica».

Per Talento, comunque, bisogna crederci ed allenarsi in tale ottica. «La politica, le società, lo stesso Coni non debbono esitare nell’unire tutte le forze, convogliando ogni risorsa. Giro molto l’Italia ed in quasi tutti i centri, anche quelli con minore densità abitativa, registro, ad esempio, un palazzetto con al massimo, in media, mille posti. Dobbiamo comprendere che non servono grandi strutture ma quelle che possono essere utilizzate tutti i giorni sia dagli atleti che dalle stesse comunità locali. Così si cresce favorendo la pratica dello sport. Gli impianti sportivi debbono generare utile non appesantire i bilanci come, purtroppo, spesso accade».

Secondo il dirigente del Coni, eletto in Giunta nazionale quale rappresentante dei territori, in rifermento all’anno 2017 che volge al termine non rappresentano una battuta totalmente vincente per Salerno e provincia i risultati ottenuti sul campo. «Diciamo che è stato il 2017 l’anno di Rossella Gregorio, la campionessa del mondo a squadre di scherma, che è stata insignita dal Coni del Collare d’oro, si tratta della prima salernitana nella storia, che va a chi vince nelle varie discipline mondiali o le Olimpiadi. Per il resto, fatta eccezione per qualche arbitro, non ci sono stati picchi».

Nello Talento, quindi, affonda i colpi. «Io mi sento un vecchio dirigente sportivo, ne occorrono di nuovi. Anche se, purtroppo, non ne vedo. Nonostante l’assoluta disponibilità alla staffetta che non deve essere solo generazionale ma portatrice di contenuti da mettere in pratica. In realtà non registro quella passione per lo sport, come in passato, dove il volontariato era la peculiarità. Oggi in molti, ad esempio, si avvicinano allo sport da arbitri per puntare al guadagno di pochi euro a gara. Necessita uno scatto deciso in avanti per assicurare un presente ed un futuro migliore all’intero nostro movimento sportivo».

Afn/Alfredo Boccia