Nalini si riprende l’Arechi

La Salernitana punta su velocità e assist per scardinare la difesa del Bari

SALERNO. Le luci dell'Arechi e della ribalta stanno per riaccendersi su Andrea Nalini. Sabato sera con il Bari, a prescindere dal modulo, dalle condizioni meteo e dai minuti nelle gambe, giocherà titolare. Non accadeva da un anno: l’ultima volta di Nalini in formazione base è datata 16 marzo 2015, schierato sempre da Menichini col Matera, sempre in notturna. Poi il ginocchio non ha retto più e non è bastata la terapia conservativa per fronteggiare la condropatia. Sono nate incomprensioni, il calciatore ha richiesto consulti e diagnosi anche a specialisti vicini all’Inter, al Bologna, al Chievo, alla Lazio. Diagnosi tutte convergenti, tutte nella direzione già indicata dallo staff medico granata: bisognava curare la cartilagine del ginocchio e poi sperare, pregare. Nalini n’è venuto fuori dopo un anno di ricadute e faticose risalite. Il suo risveglio dal lungo letargo è coinciso col ritorno del vecchio mentore Menichini in sella alla Salernitana. Il 2 febbraio, dopo la comunicazione dell’esonero a Torrente e l’ufficializzazione del tecnico toscano di nuovo alla guida dei granata, Menichini cui Nalini deve la sua definitiva consacrazione in granata ha telefonato al calciatore che ha sempre stimato e gli ha dato fiducia. «Come stai? Forza, accelera. Ti aspetto, ci conto».

La separazione da Gabionetta, ceduto ai cinesi, ha poi liberato un posto nella lista degli over e fa niente che il numero dietro le spalle dell'ala veronese sia quello di solito riservato agli stopper, il numero cinque. È prioritario, invece, che Nalini non si fermi più e riesca a stare in campo il più possibile, almeno per un’ora, per non bruciare subito un cambio durante la partita. Menichini gli ha riservato inizialmente spezzoni di gara: 33’ a Cesena, in tempo per calciare la splendida punizione che in pieno recupero ha invitato Bagadur allo stacco vincente; 30’ col Lanciano e subito una pennellata per la testa di Gatto che di sponda aveva servito a Donnarumma l’assist per il temporaneo 1-1; infine 37’ a Perugia con calcio di punizione finale che aveva pescato Franco libero ma in fuorigioco nell’area degli umbri.

Insomma la presenza di Nalini per la Salernitana significa dinamismo, velocità, cross. Con il Bari giocherà la trentesima partita in granata. Menichini ha deciso di rischiarlo dal primo minuto e non è solo una questione di assenze (non c’è Oikonomidis, convocato dalla sua Nazionale) ma soprattutto di convinzione che Nalini a mezzo servizio possa fare meglio di Gatto e di Zito nel pieno dell’attività agonistica. Sabato sera si accenderanno le luci all’Arechi e stavolta niente sorprese, quando dal tunnel sbucheranno i calciatori. «Entri in campo Andrea Nalini», gridò la presentatrice durante la festa per la promozione in B della Salernitana. Il giocatore non uscì, non c’era: la notte dei fuochi d’artificio, del discorso di Lotito, dell’esibizione da tenore di Moro, lui era già a Verona a curarsi.

Gli avevano addirittura dato poche chances di ritornare all’attività agonistica, la condropatia avrebbe potuto anche togliergli per sempre il sapore del calcio giocato. Invece Nalini ha lottato, è tornato, vuole far gol (l’anno scorso 3, prima del guaio al ginocchio) e vuole anche continuare a porgere assist (in Lega Pro ben 11, 3 dei quali con l’Aversa all’Arechi). Superiorità numerica e soprattutto cross: la Salernitana non aspetta altro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA