Montervino rischia il Daspo «Non ho insultato nessuno»

Il capitano della Salernitana finisce nel mirino dopo l’esultanza fuori controllo ad Aversa. Si muove anche il Viminale

Un giocatore segna il gol vittoria, fa esplodere la sua esultanza gridando rabbia verso i tifosi avversari, e lo stadio di Aversa diventa scenario di incidenti sugli spalti con il ferimento di tre carabinieri. È un vero e proprio caso quello di Francesco Montervino, ex capitano del Napoli e ora giocatore e capitano della Salernitana di Claudio Lotito: stigmatizzato dal Viminale, per il suo «comportamento riprovevole» e perfino a rischio di Daspo - un inedito assoluto -, ma pronto a scusarsi e a difendersi insieme. «Mi scuso con l’Aversa, non volevo offendere: ma i fatti sono stati stravolti, non ho insultato nessuno».

Anzi, agli amici il centrocampista trentaquattrenne ha rivelato di essere stato oggetto di insulti irriferibili per tutto il primo tempo, con la famiglia in tribuna. E di esser rimasto stupito da quella ipotesi di daspo: la Salernitana si aspetta una squalifica pesante, ma non certo un divieto di entrare allo stadio come quello inflitto a novembre a un giocatore del Cosenza che aveva mostrato una maglietta pro-Speziale. La tesi difensiva difensiva di Montervino e Salernitana è che il giocatore non ha sputato, come riferito da alcuni («ma le immagini tv lo mostrano chiaramente»).

Eppure la polemica non è destinata a finire qui. L’osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale interviene infatti duramente. Chiede alla giustizia sportiva «una decisa e pronta risposta» ai comportamenti «riprovevoli» di alcuni calciatori che coi loro atteggiamenti, hanno provocato incidenti tra le opposte tifoserie. Nel mirino anche la rissa nel finale di Siena-Sampdoria ma nei confronti del giocatore della Salernitana si sta verificando se sussistono i presupposti per il Daspo. «Mi scuso ma non ho insultato nessuno nè mai avuto atteggiamenti violenti contro la tifoseria avversaria», è la difesa di Montervino.

«Ho letto ricostruzioni fantasiose sui fatti di ieri e ci tengo a precisare che non ho insultato nessuno nè mai assunto atteggiamenti violenti contro la tifoseria locale. La mia era semplicemente un’esultanza su un gol molto importante per la Salernitana». «Mi dispiace per quanto accaduto ma il mio comportamento non voleva in alcun modo essere offensivo - aggiunge il giocatore - ne è riprova l’atteggiamento corretto e sportivo ribadito in campo con i calciatori dell’Aversa che al momento della mia espulsione mi hanno sportivamente stretto la mano».

Il direttore generale della Lega Pro, Francesco Ghirelli, aveva stigmatizzato l’episodio, che «nulla toglie alla bella stagione della Salernitana di Lotito e Mezzaroma», «ma serve una presa di posizione durissima» sulla vicenda, sottolineando che «le regole vanno rispettate: non è accettabile che il capitano di una squadra vada verso la tribuna e comincia a insultare, mi dicono anche a sputare: bisogna isolare chi fa certe cose e punire con severità. Il capitano non si può permettere di fare certe cose - le parole di Ghirelli - Bisogna dire basta prima che il giocattolo si sgonfi: bisogna intervenire e dobbiamo farlo noi dirigenti per primi».

Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, non entra nel caso Montervino ma sottolinea: «da tempo l’Assocalciatori è impegnata nella responsabilizzazione dei calciatori, sono al centro dell’attenzione e devono essere responsabili». E poi aggiunge: «Va anche detto che ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità», scaricando dalle spalle di Montervino quella sulla pubblica sicurezza.