L'ADDIO

Minala si sfila da vincitore: «Faccio il salto di qualità»

L’eroe del derby di Avellino saluta il cavalluccio marino dopo un anno e mezzo

SALERNO - L’eroe del derby si sfila da vincitore, consapevole di quel che lascia, però pure della grande e forse irripetibile chance che gli si presenta davanti. Se non ora, quando? Joseph Minala , alla marzulliana maniera, si fa la domanda e si dà la risposta. Il suo tempo alla Salernitana è finito assieme al prestito, il secondo consecutivo, che scade l’ultimo giorno del mese di giugno per riportarlo alla “casa madre” Lazio, ch’è solita fare “infornata” di giovani per il ritiro ad Auronzo di Cadore e affidar tutto al giudizio di Simone Inzaghi . Possibile, probabile, che per il centrocampista camerunense, 22 anni il prossimo 24 agosto, possano prospettarsi altre mete. S’è detto del Cagliari, «bella piazza » l’ha definita lui che intanto guarda anche all’estero, «un’esperienza - ipse dixit - che non mi dispiacerebbe». L’unica certezza, già nota e però l’altra notte annunciata pubblicamente nel salotto di Sportitalia, è l’addio alla maglia granata ch’è stata sua per un anno e mezzo, il periodo del rilancio, dell’affermazione definitiva nel calcio italiano, il suo grande sogno che a un tratto rischiò di diventar incubo. Coraggioso e caparbio, Minala ha sopportato qualche batosta, saltando ostacoli e tirando dritto lungo un percorso pieno d’imprevisti, superati con l’orgoglio d’un migrante del pallone deciso a scrivere quella che oggi appare chiaramente come la storia d’uno che ce l’ha fatta. Salerno, dal gennaio del 2017, ha rappresentato il punto di (ri)partenza d’una carriera fino a quel momento segnata più dalle chiacchiere sulla carta d’identità che dagli elogi per le gesta in campo. All’Arechi, con Alberto Bollini , il mediano scuola Lazio ha invece dimostrato di saperci fare, tanto che già un’estate fa gli si presentò l’occasione di spiccare il volo, dopo il primo semestre con l’ippocampo. «Poi però ho preferito restare alla Salernitana - ha ricordato - perché s’era creato un bel rapporto con tutti». S’è fidato, e non se n’è pentito, del suo multi-patron Claudio Lotito , «ci tengo a ringraziarlo, è una grande persona, non ci ha mai fatto mancare nulla e veniva da Roma per sostenerci». Riconoscenza accentuata dal fatto d’esser diventato un “eroe contemporaneo” per il popolo del cavalluccio marino. Sì, il «Minala al 96’» del derby di Avellino, la partita più sentita di tutte da queste parti. «Quando ho segnato il gol-vittoria ho provato una grande emozione perché sapevo quanto i tifosi tenessero a quella partita. Ancora oggi si parla tantissimo della mia rete al Partenio», l’amarcord della sua giornata d’eterna gloria. Con un “nulla di personale” come precisazione: «Posso assicurarvi che non ho mai pensato d’offendere nessuno nell’esultanza. Non seguo solo il calcio, sono anche un appassionato di basket e quando posso vedo le gare della squadra di Avellino. In più sono diventato grande amico di Gigi Castaldo ». Però, adesso, è tempo d’andare. «Non so ancora cosa mi riserverà il futuro. Di sicuro, qualunque sia la maglia che indosserò dovrò dare il massimo per onorarla. Che sia con la Lazio o con un’altra società, ci tengo a fare un salto di qualità. Adesso mi sento pronto», parola di Minala. Convinto che, ovunque vada, a Salerno il suo nome resterà inciso sulla pietra indelebile del tempo. L’eroe del derby si sfila da vincitore…

Dario Cioffi