LA SQUADRA

Mezzaroma “para” le critiche «Noi dobbiamo dare fiducia»

SALERNO. Cigolii di assestamento o difetti strutturali? Integralismo ad oltranza o elasticità tattica («non sono per il dogma fisso», aveva detto Sanderra in conferenza) solo rimandata? I dubbi...

SALERNO. Cigolii di assestamento o difetti strutturali? Integralismo ad oltranza o elasticità tattica («non sono per il dogma fisso», aveva detto Sanderra in conferenza) solo rimandata? I dubbi assalgono i tifosi della Salernitana ma l’allenatore non li ha chiariti. Anzi, lui a Gubbio ha visto «una buona prestazione della squadra, in crescita soprattutto dal punto di vista difensivo». Eppure le crepe sono state evidenti. Il gol del Gubbio è figlio di un “buco” davanti a Iannarilli: dalla mimica degli stopper con i centrocampisti, si evince che forse Moroni fosse affidato a Foggia o Montervino. Il Gubbio ha costruito la gara anche sui ribaltamenti di gioco, sul classico contropiede: evidente la differenza di passo tra Molinari e l’umbro Di Francesco che ha bruciato lo stopper granata sullo scatto e poi ha cercato il contatto con il portiere Iannarilli.

L’imbucata è una costante delle prime uscite stagionali della Salernitana: Di Francesco è scappato nelle praterie granata come Miccoli che s’involò all’Arechi e prima di Miccoli l’avevano fatto gli attaccanti del Teramo in Coppa e quelli del Monopoli in amichevole. Significa che la difesa rischia sempre perché è altissima e ha tanti metri di campo alle proprie spalle. Quindi è un problema più di assieme che di singoli: non solo Molinari, che dà il meglio si sé quando fa la partita sull’uomo e si piazza a presidio dei sedici metri, ma ogni difensore andrebbe in difficoltà, se venisse puntato. Di contro, si registra proprio a Gubbio, il primo “esame verità” per la difesa, l’ottima prova di Piva e di Siniscalchi che hanno retto l’urto degli umbri negli istanti conclusivi del match, quando le distanze tra i reparti sono aumentate e la Salernitana ha perso compattezza. Tra le note stonate c’è pure la condizione atletica approssimativa di qualche big: dal 60’ Foggia ha ceduto di schianto, in chiaro debito d’ossigeno, mentre Esposito forse meritava la staffetta con Perpetuini che continuava a riscaldarsi all’infinito. Però ogni medaglia ha due facce: proprio Esposito ha lanciato in profondità Foggia che s’è dilettato ad accomodarsi molte volte (tre) il pallone sul piede sinistro, rinunciando a incrociare sul palo lungo. Poteva anche aggirare il portiere ma ha perso tempo.

Nel 4-3-3 Foggia è defilato, spende energie ed è poco lucido quando deve accendersi. «Topouzis è un pivot», disse Lotito. Dunque non può giocare attaccante esterno. Mentre i dubbi affollano la mente, il Pontedera bussa all’uscio. «È sfida di cartello - ha detto il co-patron granata Marco Mezzaroma a Radio Bussola - affronteremo l’attuale capolista e mi auguro che la spinta dei tifosi possa farci superare l’ostacolo. Ritroveremo Grassi, nostro giocatore che sta facendo bene in Toscana. È un professionista serio, darà il massimo per la squadra con la quale gioca adesso. E’ un bravo ragazzo, al di là di qualche polemica che avrebbe anche potuto evitare. Ho visto solo spezzoni della sfida al Gubbio, per il resto mi ha ragguagliato Susini. Evitiamo polemiche, diamo fiducia». (p. t.)