Mancini vuol riaccendere la lampada e andare in gol all’Arechi

SALERNO. Un po’ mezz’ala e un po’ assist-man, Mancini oggi dovrà spendersi nel doppio ruolo di centrocampista votato al sacrificio ma anche di ispiratore della manovra della Salernitana. Perrone gli chiederà di sdoppiarsi perché dei suoi piedi si fida. Lo sanno tutti: se “gira” Mancini, la Salernitana è un’altra squadra. In estate, accettando la proposta di Lotito, aveva firmato anche appendici al contratto: superata una certa soglia di gol, sarebbero scattati valori premiali, incentivi alla “produzione”.

Fin qui, però, i gol di Mancini sono stati pochini, appena due, ma a Poggibonsi, squadra toscana come il Pontedera, realizzò in pieno recupero un rigore pesantissimo, perché permise di sbancare un campo violato da nessuno e diede anche forza alla rimonta della Salernitana. All’Arechi Manuel Mancini non ha ancora segnato: gli manca il tiro al bacio, gli manca il colpo su punizione. Se gonfiasse la rete, la dedica sarebbe anche per il convalescente Iannarilli che farà visita alla squadra assistendo all’allenamento pre gara da bordo campo e poi alla partita accomodato in tribuna. Si sussurra che tra gli allegati al contratto dell’estroso centrocampista ci siano pure valori premiali per gli assist realizzati. In questo caso, non c’è classifica di rendimento che tenga: Mancini è l’uomo dell’ultimo passaggio, quando trova la giocata spalanca praterie a Guazzo e Ginestra che oggi avranno bisogno del suo lampo. Nelle ultime settimane, però, il genio della Salernitana è rimasto nella lampada: Mancini è parso un po’ sotto tono, ha fatto fatica più degli altri sul terreno di gioco dell’Arechi «che è pieno di buche», sottoline. Oggi, nella domenica che mette in palio punti doppi, tutti gli chiedono di prendere per mano la Salernitana, aiutandola ad accendersi. (p.t.)