Calcio

Luiz Felipe vuole emulare Thiago

La Salernitana si gode il 19enne brasiliano che ha come idolo l'ex milanista

SALERNO. «Tutto intero non entra sulla maglietta: adesso come lo scriviamo?». Si narra che al momento dell’ingaggio del difensore Luiz Felipe Ramos Marchi in prestito dalla Lazio, i magazzinieri della Salernitana si siano interrogati a lungo su quale parte del nome e del cognome privilegiare nella stampa.

«Prendo la numero 18: scrivete Luiz Felipe e basta», ha detto il 19enne goleador, chiarendo l’arcano. Dietro il nome e cognome che è uno scioglilingua, si nasconde un ragazzo normale, taciturno, capace di emozionarsi dopo la rete al Benevento mimando il lancio di pezzi di cuore allo stadio. Poi è stato anche in grado di scendere dal piedistallo e di vivere una domenica sera “normale”, come se niente fosse accaduto.

L’umiltà è una grande virtù, quella dei forti. «Ha festeggiato con una bibita a casa sua, insieme all’amico brasiliano Oliveira che gli tiene compagnia», ha raccontato chi conosce bene Luiz Felipe. I festeggiamenti sono rimandati a dicembre, perché a Salerno verrà a fargli visita la sua numerosa famiglia: la mamma, la signora Patricia Cristina Ramos, il papà Silvio Marchi Neto, i due fratelli Miguel Gabriel Davi e Joao Enrique. Il difensore granata ha un idolo nel calcio: si chiama Thiago Silva, mica uno qualunque. Il giovanotto mira alto anche nel basket: divora libri e adesso sta leggendo la biografia di Michael Jordan. Ieri, al Volpe, ha avuto di nuovo i brividi: hanno scaricato un video sul suo telefonino e gli hanno fatto rivedere il replay del 2-0. «Impressionato dalla curva Sud», ha detto Luiz Felipe ai compagni. Lo ha spiegato in portoghese, perché non mastica ancora una parola d’italiano ma sta frequentando lezioni private. I suoi punti di riferimento in squadra, invece, sono il connazionale Ronaldo Pompeu e il portoghese Joao Silva. Con loro condivide la passione per la cucina a base di riso, churrasco, farofa e feijoada per combattere la nostalgia. È tutta sua, invece, la passione per il pagode, un sottogenere brasiliano della samba che ascolta nel tempo libero. Dunque un altro brasiliano, stavolta un difensore, ha deciso il derby con il Benevento. Luiz Felipe, che Lotito vuole riconsegnare alla Lazio l’anno prossimo in A, deve tutto a Sannino. Dopo un periodo di adattamento (45’ in Primavera al Volpe contro l’Inter Primavera) il tecnico l’ha fatto debuttare in prima squadra e poi, a cose fatte, l’ha coccolato con queste parole: «Piede buono, ragazzo serio, ha la testa libera, non ha paura». Prima di avvinghiarsi al capannello di maglie granata formatosi per festeggiare il brasiliano, l’allenatore ha esultato a pugni stretti. Nella mimica c’era tutto: la felicità per il 2-0 della squadra ma anche un pizzico di orgoglio e soddisfazione. «Presidente, mi lasci parlare – così Sannino a Lotito nella telefonata ricevuta a due ore dalla conclusione del calciomercato – a me i giovani servono: me li prenda forti come Marchi. Presidente, Luiz Felipe è ottimo, fortissimo». Adesso Sannino raccoglie e il ds Fabiani, a Radio Bussola, sottolinea: «Luiz Felipe in campo e poi a segno non è la rivincita di nessuno. Ho sempre detto ai ragazzi che chi va in campo deve sempre dare il meglio e rappresentare anche chi sta in panchina. Questa piuttosto è una risposta a chi dice che questa non è una rosa competitiva».

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