SERIE A

Luca Di Bartolomei: «Nel segno di “Ago” è il derby del cuore»

Il figlio del centrocampista racconta il grande amore dell’ex capitano dei granata e dei giallorossi per Salerno e la sua squadra

Come si misura l’amore di una persona a un qualsiasi luogo di questo mondo? Con le piccole cose. Coi dettagli che resistono e solcano il tempo. L’essenza del legame che unisce Agostino Di Bartolomei a Salerno, alla provincia e alla sua gente si ritrova proprio in tante piccole cose. Le ricorda - come fosse ieri - Luca , il figlio del centrocampista che scelse la città d’Arechi come suo porto sicuro. Si scadrà nel banale ma inevitabilmente Salernitana-Roma è la partita del cuore di Ago e della sua famiglia. Il “derby della spensieratezza” dei discendenti di quel calciatore tanto grande quanto fragile. Una felicità oramai antica che vive grazie ai ricordi. Indelebili: li ha buttati giù, in una splendida lettera pubblicata da “Il Romanista”, il primogenito di Ago. Nello scritto cita alcuni elementi, luoghi della città d’Arechi che all’apparenza sembrano banalità e che, invece, spiegano al meglio questo legame capace di resistere agli anni. Leggere di un romano che ricorda nitidamente via Volontari della Libertà, cuore del quartiere Torrione ma strada sconosciuta ai più, significa che questa città ha un valore importantissimo nella sua vita.

Di Bartolomei, Salernitana- Roma è il suo derby del cuore?

Assolutamente sì. Sono le squadre delle città a cui era più legato mio padre e anche noi della famiglia.

La lettera in cui ha raccontato ai tifosi giallorossi questo legame particolare con Salerno ha colpito tutti.

Gli anni trascorsi qui rappresentano dei momenti felici per l'intera famiglia. E l’intensità di questa spensieratezza l’abbiamo vissuta soltanto a Roma. Salerno è e resta un momento bello e particolare della nostra vita.

Che ricordi ha di quegli anni?

Il mio viaggio inizia dal Cilento: già prima dell’arrivo di Agostino alla Salernitana, infatti, ho vissuto otto mesi lì. Erano i tempi del disastro di Chernobyl, si temeva che le piogge acide potessero arrivare pure in Lombardia e i miei genitori mi mandarono a scuola a San Marco di Castellabate.

E poi, da più ragazzino, arrivò in città...

Salerno era completamente diversa da com’è ora. Pur non vivendola costantemente, adesso è una città aperta al mondo. Sul finire degli anni Ottanta c’erano ancora le macerie del terremoto, tanti giovani schiavi dell’eroina. Si viveva in un grigiore che ora non c’è più. Ma una cosa è rimasta intatta.

Ce la vuole svelare?

Il calore e l’umanità della gente. Quest’affetto non lo dimentico mai: sono stati capaci di creare un feeling con mio padre e con l’intera famiglia che, come detto, avevamo vissuto soltanto a Roma.

Un sentimento ricambiato: i tifosi granata non dimenticano il coinvolgimento di Di Bartolomei dentro e soprattutto fuori dal campo. Il ricordo di Ago è e resterà indelebile.

E’ stato sempre un professionista esemplare ma era sempre presente, per tutti e in ogni occasione. Era il suo modo per ripagare quest’amore.

Ce la racconti, dunque, la Salerno di Ago.

E’ l’abbraccio costante della gente quando eravamo nel nostro piccolo appoggio di largo Barracano. Salerno è odori, colori e sapori. E’ la scazzetta di Pantaleone. E’ una passeggiata sul corso. E’ una delle tante giornate di pesca.

Il mare ha sempre affascinato suo padre.

Ricordo un episodio in particolare, nel campionato in cui era fuori squadra e la Salernitana rischiava di retrocedere. Partecipammo alla festa di un club nella zona del porto e i tifosi gli chiedevano preoccupatissimi del destino della squadra. Lui rassicurò tutti: «Non vi preoccupate, ci salveremo. Voi, però, ditemi qualche posto dove andare a pescare...».

Uno dei tanti, piccoli dettagli di un rapporto speciale.

E che è rimasto nel tempo, per tutta la famiglia. Per uno strano scherzo del destino, mio figlio Andrea seguirà per la prima volta la Roma in trasferta proprio all'Arechi. E’ eccitatissimo, non vede l’ora di essere allo stadio. Mi ha chiesto anche se ci sono pericoli ad indossare la maglietta. Ma qui per noi non c’è alcun rischio.

I ricordi di Ago restano indelebili. Così come il percorso fatto da questa Salernitana che le ha regalato il suo “derby del cuore” con la promozione in serie A. Che idea si è fatto dei granata?

C’è un allenatore capace ed esperto come Castori. E una rosa che con qualche innesto potrà dire la sua per la salvezza. Sarà difficile con la Roma: i giallorossi, per me, non lotteranno per lo scudetto ma quella “vecchia volpe” di Mourinho saprà motivare a dovere i calciatori e fare bene.

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