Il ribaltone

Lotito si riprende Inzaghi, Salernitana nel caos

Il tecnico designato resta alla Lazio. Gregucci sfida Sannino e Bisoli per il posto sulla panchina granata

SALERNO. La vita precaria di Simone Inzaghi sulla panchina della Salernitana è finita prima ancora di cominciare. Di corsa e improvvisando Claudio Lotito l’ha richiamato – due mesi dopo il benservito – sulla panchina della Lazio, rimasta tragicomicamente vuota dopo il no transoceanico di Marcelo Bielsa che via email ha sbattuto la porta perché al 5 luglio il suo datore di lavoro non aveva ancora comprato almeno uno dei giocatori promessi. Sviluppi nell’aria ormai da giorni ma che hanno provocato nuove polemiche e generato altri fantasmi sulla gestione delle cose granata da parte di sor Claudio. Così tanto abituato a precarietà e improvvisazione da provocare persino i nervi di Inzaghino. Non aspettava altro che la chiamata della casa madre eppure spazientito alla lettura dell’ultima frase del comunicato mattutino: «La Lazio affida la conduzione della squadra nel ritiro preparatorio al signor Simone Inzaghi». Il contratto laziale sarebbe poi diventato a tempo pieno in tarda serata, dopo una lunga riunione a Formello con il patron e il ds biancoceleste Igli Tare.

leggi anche: Una figuraccia planetaria e uno schiaffo a Salerno E' stata scritta un’altra pagina – stile "Oggi le comiche" – del nostro calcio. E la Salernitana ne ha subito ancora una volta le conseguenze.

Quando, accompagnato dall’agente ed ex calciatore granata degli anni Ottanta Tullio Tinti, Simone Inzaghi poteva finalmente dire: «Sono felice di questa soluzione, non vedo l’ora di cominciare». Non una parola sulla Salernitana, la squadra che da venti giorni stava già praticamente allenando, consigliando operazioni di mercato e intervenendo nella scelta di ritiro e amichevoli. Infastidito e rabbioso, Lotito si sarebbe limitato a ripetere il solito ritornello: «La Salernitana? Dopo, dopo, ora ho da fare, vediamo domani».

Sarà davvero oggi il giorno giusto per la Salernitana? Ci conta il ds Angelo Fabiani: a Roma da ieri pomeriggio, in contatto telefonico con Lotito e Marco Mezzaroma, in attesa di una convocazione nel quartier generale di villa San Sebastiano. Fabiani è stringato e laconico nel commentare: «Il nostro mercato non cambia come non cambiano i programmi, i tifosi devono avere pazienza e fiducia. L’allenatore? Il calcio certe volte è imprevedibile, bisogna saper prendersi dei rischi e accettarne anche le conseguenze». Il ds è spiazzato ma mica troppo dall’evoluzione di una vicenda che lascia tanti interrogativi e che rimanda a un’ulteriore punto di domanda: dopo trenta giorni esatti di vuoto la società riuscirà in meno di 24 ore a dare alla panchina un proprietario? Nella lista dei papabili non c’è mai stato Alberto Bollini, tornato a Roma dall’esperienza con Reja (Lotito gli avrebbe chiesto nome e consigli) all’Atalanta e destinato ora alla panca della Primavera della Lazio. Leo Menichini aspetta nel buen ritiro di Ronciglione però il toscano – lasciato orfano dal vice Bonatti che da intenti dovrebbe guidare gli Allievi biancocelesti – pare un pelino indietro nella lista dei papabili nonostante una mezza promessa del patron ribaditagli non più tardi di 48 ore fa. Nella lista ci sono tre profili e magari altrettanti sponsor. Il 59enne Giuseppe Sannino, tecnico duttile e sanguigno, pronto ad adattare il modulo ai giocatori a disposizione, già sondato da Fabiani tempo fa e ricontattato ieri mattina («chiamate non ne ho ricevute però Salerno è piazza affascinante» è il suo bluff poco riuscito), il 50enne Pierpaolo Bisoli che ha una sponda forte nell’ex compagno di squadra Tare e già avvicinato lo scorso anno («non rifiutai, piani e progetti non coincidevano, ora vediamo...»), e infine Angelo Adamo Gregucci, già due volte allenatore chiamato al capezzale granata (la prima volta nel 2004, la seconda con meno vividi ricordi nel 2014) apprezzato da Fabiani e Lotito e soprattutto amico di Mezzaroma: ha un altro anno di contratto con l’Alessandria, portata in semifinale di Coppa Italia ed è pronto a valutare l’offerta, «anche se al momento nessuno mi ha chiamato». C’è chi lo dà in pole magari aggiungendo – malignamente – per via di uno stipendio più asciutto rispetto a quello degli altri pretendenti. Sarebbe una corsa a tre. Ma questa è pur sempre la Salernitana di Lotito: come non considerare allora l’irruzione di una sorpresa?

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