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Le probabili formazioni di Avellino-Salernitana

Le scelte di Bollini e Novellino per il derby di oggi pomeriggio

AVELLINO - È partita che fa storia. Da sempre. «L’autorete di Lombardo », per esempio, in molti non l’hanno vista all’alba degli anni Novanta, però tutti ne hanno sentito parlare. E l’hanno “cantata”, nella strofa che precede quel «Ceramicola olé» che stroncò i sogni d’un blitz che l’Avellino all’Arechi non ha mai conosciuto. Però, alle cinque e mezzo del pomeriggio di oggi, il derby si gioca al Partenio, dove «Breda al 76’», a proposito d’etichette scolpite sulla pietra del tempo, cerca eredi da 23 anni. Era il 1994 quando la Salernitana conquistò per l’ultima volta l’Irpinia, con una sassata da distanza siderale d’un centrocampista che del cavalluccio marino sarebbe poi diventato capitano, “bandiera”, allenatore e persino assessore della città. Da allora tante amarezze, per l’ippocampo, da Calvaresi nel 1995 alle due sconfitte della stagione scorsa e della precedente, passando per i quattro schiaffi presi nella gestione Novelli (2006) e prim’ancora il doppio Kutuzov del 2004, la rimonta biancoverde sui titoli di coda, forse la delusione più cocente per la gente granata. È partita che fa storia e per questo, inevitabilmente, si carica da sé, più d’ogni altra. Perché questi due popoli così vicini e così rivali trasmettono alle proprie squadre motivazioni superiori. Tocca ai calciatori trasformarle in energie positive, gestire la tensione, non farsi divorare dalla pressione che a volte logora, confonde, appanna, appesantisce. Bollini, che sa di giocarsi tanto dopo aver vinto una sola partita su otto (e d’accordo che ha perso soltanto a Carpi, ma il penultimo posto attuale non può metterlo al riparo dal rischio del “mister paga per tutti”), ha cercato il punto d’equilibrio tra l’enfasi da derby e la necessità di tener il sangue freddo. Se l’andrà a giocare, al Partenio Lombardi, con un 3-4- 3 che rispecchia abbastanza la sua idea di calcio e in cui, stando alle indicazioni emerse nella rifinitura di ieri, non dovrebbe esserci posto, almeno in principio, per Alessandro Rosina. Il capitano granata, infatti, non ha i 90 minuti nelle gambe, non può averli, e allora il tecnico pare intenzionato a giocarsi la sua carta numero 10 a partita in corso. Nel tridente offensivo, con Sprocati e Rodriguez (ma Bocalon spera ancora), potrebbe così arrivare la grande opportunità per Cicerelli. Il fantasista che fu della Paganese ha avuto un buon impatto nel match contro l’Ascoli e Bollini sembra intenzionato a dargli fiducia dal 1’ nella partita di maggior peso. Detto dell’attacco, è difficile aspettarsi grosse novità negli altri reparti. Radunovic si riprenderà i gradi del titolare tra i pali, facendo riaccomodare in panchina Adamonis, mentre Bernardini tornerà a rinforzare la difesa con Mantovani e Schiavi, prepotentemente rilanciati nei tempi dell’emergenza. Gli esterni di centrocampo saranno due terzini, Pucino e Vitale, entrambi con spiccata vocazione offensiva, certo, però con precise consegne di trasformare la retroguardia a cinque in fase di non possesso palla. Nel cuore della mediana confermati Minala e Odjer. Farà 4-4-2, invece, l’Avellino di Novellino, che ha portato con sé nella lista dei convocati pure il talentuoso Morosini, anche se quasi certamente non potrà schierarlo dal 1’. Il trequartista di proprietà del Genoa ha trascorso la settimana più in infermeria che in campo, e allora in prima linea dovrebbe esserci spazio per due “marpioni” delle aree avversarie: Castaldo-Ardemagni è coppia sontuosa, pericolosa, e che sente il derby in maniera particolare. Sensazioni e suggestioni, del resto, saranno concetti mica di contorno per scrivere il destino d’una gara prevedibilmente rovente. A Fourneau della sezione di Roma 1 spetterà il compito di governarla. È un arbitro esordiente in serie B, e la sua designazione è una grande chance. Ché pure per chi la dirige, in fondo, è partita che fa storia...