il personaggio

Le “nozze d’argento” di Dionisio

L’arbitro di Scafati premiato a Seregno. «Non voglio smettere»

SCAFATI. La spilla d’oro con un incastro di diamante a premiare i venticinque anni d’attività e ad alimentare d’ulteriori stimoli la carriera di Salvatore Dionisio, uno che di smettere con l’arbitraggio proprio non vuole saperne nonostante abbia ormai superato le quaranta primavere.

Il prestigioso riconoscimento gli è stato conferito dalla sezione di Seregno (in provincia di Monza) che l’ha accolto per sei lunghissimi anni (dal 2003 al 2009), permettendogli di abbinare le esigenze lavorative alla sua passione di sempre: l’arbitraggio.

«Non m’aspettavo un premio del genere - spiega Salvatore Dionisio - ed è una carica enorme per uno come me, che al campo proprio non riesce a rinunciarci. Due anni fa mi fu proposto il corso per commissario speciale, vale a dire l’osservatore dei giovani arbitri , ma ho preferito proseguire nell’attività d’arbitraggio trasferendomi nel Settore giovanile per dirigere gare Allievi e juniores, anche a livello regionale».

La storia di Salvatore Dionisio è ricca d’aneddoti ed il venticinquennale è un modo per pescare dal cassetto dei ricordi quelli più belli, soprattutto quelli più datati nel tempo: «Iniziai quasi per gioco dopo grazie al vice preside dell’Istituto Magistrale di Nocera Inferiore, che era anche presidente della sezione arbitrale. Cominciai nel 1988 e tra le prime società arbitrate mi ritrovai la Ling Mondo Nazione di Scafati dove militavano i vari Rastelli e Sicignano. Ero ad un passo dalla promozione, che mi fu negata per sopraggiunti limiti d’età e transitai quindi nel ruolo di assistente. Feci l’esordio in Promozione a Frattamaggiore e l’arbitro di quella partita era Carmine Russo di Nola, ora autorevoleesponente della Can di serie A».

Oltre la soglia dei quaranta continua ad arbitrare con gran senso del dovere e straordinario entusiasmo: «Di smettere non ci penso proprio. La passione è troppo forte per non essere coltivata».

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