IL CAPITANO

Lanzaro: «Colpe nostre, bisogna dare di più»

LA SPEZIA. Capitano in campo, per l’assenza di Pestrin, e uomo che ci mette la faccia anche dopo, nonostante la sua partita non sia stata delle migliori. C’è lo zampino (negativo) anche di Maurizio...

LA SPEZIA. Capitano in campo, per l’assenza di Pestrin, e uomo che ci mette la faccia anche dopo, nonostante la sua partita non sia stata delle migliori. C’è lo zampino (negativo) anche di Maurizio Lanzaro sulla sconfitta del Picco. Il difensore della Salernitana ha recriminato, come Torrente, sui due gol irregolari dei bianchi. «L’hanno decisa gli episodi, in particolare le reti dello Spezia, entrambe in fuorigioco. Sul secondo poi ho subito un fallo perché sono stato toccato da un avversario mentre stavo intervenendo sul pallone». Niente alibi però. «C’è mancata la determinazione e abbiamo approcciato male alla partita. Una volta subite le reti era difficile reagire, ci siamo innervositi ed è stato complicato rimetterla in carreggiata. La colpa è anche nostra perché nel secondo tempo siamo stati in superiorità numerica e non abbiamo creato occasioni». Da uomo esperto e da giocatore importante anche nello spogliatoio, Lanzaro si sofferma anche sulla situazione del tecnico Torrente. «Le responsabilità sono dei giocatori, siamo noi che andiamo in campo. Ognuno di noi deve dare di più, perché siamo in grado di farlo. La squadra ha le caratteristiche mentali per uscire fuori da questo momento e credo che questo mese di dicembre, viste le sei partite ravvicinate, possa essere decisivo. Possiamo risalire in classifica».

Risalire in classifica è l’imperativo categorico anche di Domenico Di Carlo, che ieri ha ottenuto la prima vittoria sulla panchina dello Spezia. «Volevo vedere un atteggiamento positivo e di crescita della squadra, al di là del risultato. Sono soddisfatto, mi è piaciuta la compattezza. Ho avuto la possibilità di valutare bene il gruppo, questa vittoria ci dà fiducia e poi è importante e storico andare a Roma. La Salernitana? Ha un bravo allenatore e un grande pubblico: si può sicuramente salvare».