La salvezza ora passa per il Torre Stop a Fernandez, salta il Prato

PAGANI. Incassata la fiducia dopo il summit societario di inizio settimana, ieri il tecnico salernitano Grassadonia ha ripreso, come di consuetudine, il lavoro in vista del ritorno al “Torre” dopo due trasferte consecutive. Sarà proprio il terreno amico lo scenario che dovrà risollevare le sorti del tecnico e della sua squadra, anche in considerazione della sentenza della Corte Federale, che ha deciso la ripetizione col Latina.

Quando le cose non vanno per il verso giusto, in genere, ci si rifugia in famiglia, nella propria casa e così cercherà di fare la Paganese, dato che nelle ultime 11 giornate di campionato saranno ben 7 le sfide che si disputeranno al “Torre” e solo 4 quelle in trasferte. A Pagani arriveranno, nell’ordine, Prato, Latina - se dovesse essere confermata la data del recupero per domenica 24 febbraio - Nocerina - se non si gioca a campo neutro- Barletta, Benevento, Frosinone e Perugia, mentre si dovrà rendere visita al Pisa, alla Carrarese, all’Andria e al Latina.

Da domenica contro i toscani, che provengono dallo stop interno con il Sorrento e saranno privi del portiere Layeni, squalificato, inizierà un nuovo campionato, con un unico obiettivo, questa volta ben preciso: la salvezza. Solo tra quattro, cinque partite, si potrà capire se Fusco e compagni potranno ancora sperare, nel rush finale, di poter lottare per altri traguardi, che al momento sono utopistici.

La doppia sconfitta esterna ha chiarito a tutto l’ambiente che la gara con il Prato di domenica già sarà fondamentale. E si preannuncia pure con alcuni grattacapi per Grassadonia: sono squalificati infatti, Babù, Tortori e, soprattutto, Fernandez, che continua collezionare cartellini rossi. “Condotta gravemente scorretta, verso un avversario al termine della gara, rientrando negli spogliatoi ”: così recita la sentenza del giudice sportivo. Il difensore, tra l’altro, nelle ultime 8 partite ne ha saltate 5. Il tecnico, poi, dovrà valutare le non per fette condizioni di Fusco e quelle di Caturano.

Peppe Nocera

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