La Salernitana stecca l’occasione

Deludente pari contro il Bari: attacco in bianco e squadra senza idee. I playoff si allontanano

SALERNO . Attendista e dimessa, spenta e sbilenca, la Salernitana si fa rosolare a fuoco lento dalla tattica ostruzionistica del Bari e finisce senza gol e senza fiato la sfida della stagione, quella che avrebbe potuto accendere la miccia e proiettarla definitivamente nelle zone nobili. In bianco, chiude tra fischi - e qualche applauso - dei tifosi che all’Arechi pensavano alla svolta: le speranze di afferrare l’ultimo posticino nei playoff invece s’affievoliscono, anche se i risultati delle rivali lasciano ancora qualche speranza.
Senza ferocia e senza lucidità, i granata si auto-castrano pure per alcune discutibili scelte di Bollini che, senza Improta (influenzato) e Sprocati (infortunato) sceglie Joao Silva dall’inizio ma largo a sinistra, con Rosina dall’altra parte confezionando un tridente spuntato e inefficace vista la barriera del Bari, le caratteristiche del portoghese, la tenuta del capitano: non era meglio andare di 4-4-2 o col trequartista dietro le punte? Domanda con risposta inevasa dal tecnico, beccato dai tifosi della tribuna alla fine. Gara di gestione invece che d’attacco, a ritmi lenti, così come voleva il Bari: bisognava alzare il ritmo ma i granata sono groggy. Senza spinta sulle fasce, senza terzini che si sovrappongono, senza interni che colleghino le due fasi, senza brio e smalto, la Salernitana sbatte così sul muro ospite che pure mostra crepe: andrebbe preso d’infilata. E invece, per 99’ (7’ di recupero nella ripresa accordati da un mediocre Ghersini) è monocorde, monotematica. Mastica un calcio scolastico, banale: cerca il lancio lungo per la spizzata, insiste coi cross dalla trequarti con palloni che tornano puntualmente indietro, senza che qualcuno si muova senza palla e con nessuno che abbia il coraggio della giocata coraggiosa.
Incapace di cambiare pelle nella ripresa, lì dove naufragano le timide aspettative granata, nate dopo un primo tempo senza sfavillii nel quale però per due volte tirano nello specchio. Prima Minala e poi Coda, ma Micai è reattivo. Ci sarebbe pure un gol di Joao Silva ma Ghersini fischia per una presunta carica di Rosina sul portiere. Troppo attendista Bollini, che tiene per 85’ in campo un etereo Rosina, ancora una volta una zavorra. Tardivo l’innesto di Zito (pure Bittante avrebbe potuto dare un po’ di spinta sulla fascia), caricato a mille dai fischi dei gemellati tifosi baresi: quando entra ormai è troppo tardi, è solo foga senza spinta, eppure il mancino crea l’unica palla-gol della ripresa, sciupata banalmente con un appoggio sballato dentro l’area. La Salernitana avrebbe potuto far sua la partita, vista l’inconsistenza del Bari, fragile e inoffensivo, lento dietro e meccanico in mediana, irritante nell’ostruzionismo avallato dal mediocre Ghersini: unica attenuante che si può riconoscere a questa Salernitana, arrivata col fiato corto nel rush finale. Col Bari doveva essere la sfida della stagione, da assaltare con foga, ferocia, fame. Il prato invece restituisce una squadra spenta, stanca, scollegata, che col Frosinone si gioca le ultime speranze: con gli attuali 14 punti dalla terza (i ciociari), da regolamento pure se ottava, non entrerebbe nei playoff.
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