«La Salernitana conquisterà la salvezza»

Mezzaroma non perde la fiducia nel gruppo. Menichini protesta sul 2-1 pugliese. «Fuorigioco netto, ha cambiato la gara»

SALERNO. Lotito non c’era ma la curva a fine partita gli ha presentato comunque il conto: accuse, cori, insulti. Un anno fa, il co-patron trascorreva la Pasqua in città e in costiera amalfitana ma adesso tutto è cambiato. Lotito è il presidente con Mezzaroma e la tifoseria, dopo aver fischiato la squadra, ha messo i proprietari della Salernitana in cima alla lista dei responsabili dello sprofondo granata. «Lotito sotto la curva», gli ha cantato ironicamente la Sud, chiedendogli di metterci la faccia. L’ha fatto Mezzaroma. Dopo la visita alla squadra rintanata con Menichini nello spogliatoio, Mezzaroma non ha disertato l’appuntamento con la sala stampa. Alla contestazione del pubblico ha replicato al solito con garbo ma assai sottile: «I cori fanno parte del gioco. Non mi sono mai esaltato quando le cose, negli anni, sono andate bene e non mi abbatto ora: cerco di vivere tutto con grande equilibrio. I tifosi talvolta hanno la memoria corta ma va bene così. Il loro dispiacere è anche il nostro, perché non è che a noi faccia piacere questa situazione». Non ha perso l'ottimismo, il co-patron. Mezzaroma non vede al ribasso le quotazioni salvezza della Salernitana: «Dobbiamo essere più concentrati nella fase difensiva ma i ragazzi avrebbero meritato ampiamente il pareggio. È una prestazione che mi dà ancora più certezza che la Salernitana si salverà. Ho visto un gol in fuorigioco del Bari, una grande parata del loro portiere. Non dico che siamo stati perfetti, ma dal punto di vista dell’impegno e della potenza d’attacco non abbiamo demeritato e il Bari, che è una squadra forte, non è stata superiore alla Salernitana. Occorrono unità d'intenti, compattezza. Possiamo ancora farcela». L’analisi del tecnico Menichini: «Acciuffato il pareggio con grande cuore, non siamo stati capaci di tenere la palla un attimo gestendo il possesso. Siamo andati avanti e abbiamo preso il quarto gol. Il primo gol l’abbiamo preso su calcio d’angolo in nostro favore, il secondo era in netto fuorigioco, poi è arrivato il resto. Siamo rimasti anche in dieci uomini: Odjer doveva stare più attento, perché era già ammonito. Credo, però, che si siano involontariamente incrociati con l'avversario e invece l'arbitro l'ha subito punito con il doppio giallo. Che possiamo fare? L’unica medicina che conosco è lavorare, migliorare la fase difensiva. Abbiamo provato la difesa a tre ed anche a cinque in certi momenti del campionato ma ci dice male. Diventa tutto maledettamente complicato, ogni volta non riusciamo a mantenere la porta inviolata». Dopo Menichini, anche il centrocampista Bovo, diventato capitano dopo la sostituzione di Pestrin, si è battuto il petto per la smania e l'ansia da prestazione che ha all'improvviso assalito la squadra dopo il 3-3. «La fretta è sempre cattiva consigliera e noi oggi non abbiamo avuto pazienza. La classifica ci impone di cercare il risultato pieno ma siamo stati ingenui. Avevamo rimontato due gol, dovevamo attendere e temporeggiare. Sono convinto che se avessimo atteso ancora tre o quattro minuti, avremmo fatto nostra la gara perché avevamo la gara in pugno e potevamo farla nostra. I fischi del pubblico fanno male, enfatizzano il nostro momento difficile ma alla fine della fiera ognuno giudica e tira le conclusioni. La nostra sconfitta con il Bari non decide il campionato. Noi dobbiamo fare la corsa su alcune squadre: sarebbe stato meglio, ad esempio, perdere con il Cesena e vincere con il Lanciano». Flash di Donnarumma, autore di una doppietta purtroppo inutile: «Ripartiamo dalle cose buone: sono state tantissime fino al nostro 3-3. Non ci abbattiamo, non demordiamo. Aprile sarà il mese verità».

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