La rinascita del “sempreverde” Teta

Il 34enne con la maglia della Scafatese ha realizzato una doppietta contro l’Angri

SCAFATI. I due gol nel derby di Angri, vinto con la fascia di capitano, il caro Angelo della Scafatese li ha delicati a tutta la famiglia, che l’ha aiutato e supportato nei momenti difficilissimi, soprattutto quelli della passata stagione. Angelo Teta a Scafati è rinato.

Invece l’anno scorso tutto sembrava girargli per il verso sbagliato: «Un periodo assai complicato, ero stato sul punto di mollare perché tutto il negativo possibile ed immaginabile era arrivato in sol colpo». Aveva iniziato con la Libertas Stabia ma un giorno di ottobre, causa un litigio stradale per schizzo da pozzanghera, venne accoltellato nella sua Castellammare.

Mesi fermo per motivi di forza maggiore, poi la chiamata del Vico Equense: la sua avventura si ferma dopo la partita con la Calpazio, quando si scatenano le voci ed i reclami circa una sua presunta posizione irregolare di tesseramento, prima riconosciuta e poi negata a stagione ormai finita, interminabile la querelle tra Vico e Torrecuso .

La Scafatese di Enzo Cesarano, a lui che di primavere ne ha ormai 34 ma che col piede fino che si ritrova fa ancora la differenza specialmente su calcio franco, ha ridato la voglia di credere in un calcio genuino, che nel corso di una carriera riserva momenti alti e qualche passaggio a vuoto. Il personale biglietto da visita è notevole: 63 partite C, 173 volte in D. Il canarino per Teta è il simbolo del ritorno al ruolo di protagonista, volando su tutte le avversità. Gli capitò anche nel 2008 in C2. A gennaio arrivò dalla Cavese, realtà illusoria di C1, e finì per segnare il gol che regalò la permanenza in categoria alla squadra gialloblù, a quel tempo allenata da Roberto Chiancone, esaltandosi nello spareggio decisivo sul rettangolo di gioco del Val di Sangro. Le foto dell’epoca fanno parte della storia del club e dell’album del diretto interessato: gli abbracci dopo una grande impresa. Nel 2010, invece, quando il professionismo lasciò Scafati per scelte che ancora oggi rappresentano ferita aperta, accettò di ricominciare, quando la Scafatese ancora doveva decidersi se iniziare dalla Terza Categoria o meno, le proposte della concittadina Virtus, che all’epoca era si chiamava ufficiosamente Sporting. Mancano quattro partite dal termine. Teta ne vorrebbe giocare qualcuna in più, dimostrando magari ai playoff, assieme agli ispirati compagni di trequarti Agata e Guadagnuolo, che la classe c’è sempre e comunque. (m.m.)