La Nocerina s’arrende e rinuncia al Tnas

L’ad Canale: «A tecnici e squadra abbiamo già comunicato di liberare spogliatoi e albergo». Ma i tesserati faranno ricorso

NOCERA INFERIORE. Il terzo grado? Costa ed ha scarse chance di vittoria. La Nocerina ha trenta giorni per fare ricorso al Tnas ma ieri ha comunicato in via informale che non ha intenzione di farlo. Parla il giovane amministratore delegato Matteo Canale: «L’abbiamo detto alla squadra ed ai tecnici, non credo che torneremo su questa decisione pur avendo 30 giorni per impugnare la sentenza di secondo grado. Ieri è stato l’ultimo giorno di permanenza della squadra al San Francesco ed all’Hotel Park di Mercato San Severino. La prossima settimana saliremo a Firenze per incontrare i vertici di Lega ed avere chiarimenti su come andrà gestita questa fase. Comunicando in quella sede la nostra volontà di non andare al Coni. Può darsi che la presidenza federale acceleri le procedure di svincolo generale. Il settore giovanile? In questo fine settimana gioca ma di più al momento non siamo in grado di prevedere o di aggiungere».

La squadra ieri pomeriggio s’è rivista al campo solamente per salutarsi e preparare i bagagli: è stata una giornata tremenda, non sono mancate le lacrime. Al Tribunale Nazionale per l’Arbitrato Sportivo andranno certamente i tesserati. Fontana non ci sta a vedersi stroncata sul nascere la carriera di allenatore. Lo seguiranno Fusco e Pavarese, sperando in riduzioni di pene, materia che dovrebbe essere meno ardua per i calciatori condannati ad un anno di stop: con uno scontro Tnas, tornerebbero in campo all’inizio della prossima stagione Danti, Remedi, Hottor, Lepore e Kostadinovic.

La società al momento, seppur volesse battagliare, non ha il necessario a livello pecuniario: ricorsi del genere costano sui 10mila euro, troppo per chi oggi non ha potuto pagare i legali per primo e secondo grado.

Il Tnas, ambito Coni, tecnicamente e non solo sarebbe ancora percorribile. Proprio Chiacchio, con Cozzone e Di Ciommo, ottenne una vittoria in data 1 aprile 2010 per il Potenza, condannato dalla Corte di Giustizia all’esclusione dal campionato per l’illecito contro la Salernitana.

La vittoria fu questa: Potenza riammesso in terza serie con la formula della retrocessione d’ufficio, al di là dei risultati conseguiti sul campo (recuperò di mercoledì le partite in un primo momento perse a tavolino), conservando il titolo professionistico passando dalla C1 alla C2. Il tutto avvenne in pochi giorni: sentenza Corte di Giustizia il 19 marzo 2010, ricorso presentato il 22 marzo, Tnas l’1 aprile.

Ma troppi e complessi sono i problemi attuali, anche se l’ultima carta i legali la giocherebbero volentieri. Uno dei tanti: cosa accadrà alla fideiussione di 600mila euro garantita in parte anche dai componenti dell’estivo Comitato per la Salvezza?

Andrà persa a meno di un paio di miracoli: il pagamento di stipendi e contributi per i mesi di novembre, dicembre, gennaio e febbraio per cifre complessive che si aggirano sui 200mila euro, assieme alla restituzione di circa 200mila euro di contributi federali per minutaggio giovani già arrivati al club come prima rata.

Marco Mattiello

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