«La Nocerina può essere la sorpresa»

De Franco parla già da capitano. E Palma ha un obiettivo: «Assomigliare a Pirlo»

NOCERA INFERIORE. Fuori il custode Peppe Stanzione e il magazziniere Peppe Calabrese governano il traffico delle porte chiuse. Gigi Pavarese s’intrattiene cordialmente con la stampa, rispettando il lavoro altrui. Dentro, in sala conferenze, arrivano il “nonno” ed il “nipotino”. Ciro De Franco appare già vecchio. Eppure di anni ne ha 25. «Vecchio mi fanno sentire queste benedette regole dei contributi – dice il difensore – perché a 25 rischi di non trovare posto. Di sicuro sono vecchio per militanza rossonera, è il mio quarto anno». Non è stato un sacrificio tagliarsi lo stipendio: «Ho valutato, scegliendo in base ai programmi, senza badare ai soldi lasciati». Auteri e i brutti ricordi? Onesto in risposta: «Non sputo nel piatto dove ho mangiato, con Auteri mi sono affermato. Quando andai via l’anno scorso a metà stagione speravo che la mia partenza, al di là delle valutazioni tecniche, potesse servire alla causa. La similitudine con l’anno magico? Partimmo senza pretese come oggi però quella era una squadra più esperta. Questa può diventare la grande sorpresa. Io capitano? Ne sarei onorato, capitano di un manipolo di giovani interessanti, partendo da chi è seduto accanto a me».

E accanto a Ciro il vecchio c’è Antonio Palma il bambino d’oro. Porta gli occhiali e somiglia ad Harry Potter. Invita a diffidare delle sensazioni a tavolino: «Fuori riservato e timido, in campo mi trasformo. A Nocera per crescere, l’Atalanta è stata scuola di vita, con Favini grande insegnante su tutti, ma in un ambiente come questo si vive il vero calcio. A Sturno ho capito dove sono arrivato, tanto entusiasmo per una semplice amichevole». S’ispira al massimo interprete del ruolo: «Studio Pirlo, vorrei arrivare a somigliargli. Di solito gioco in quella posizione ma riesco a far bene pure più avanzato. Non badate all’accento lombardo, sono campano al cento per cento, nativo di Monza, con genitori palmesi e sangiuseppesi».

Punto fermo dell’Atalanta baby e delle nazionali azzurre. Diciannove anni ed un futuro da prima fascia: «Ci spero, la mia crescita dipenderà da quel che farò alla Nocerina». Altro movimento nello staff di Fontana: oltre al fidato Salvatore Fusco, irpino che fungerà da collaboratore tecnico, ecco Salvatore D’Andrea, nativo di Vallo della Lucania, preparatore atletico capo, ex Salernitana e Pergocrema, l’anno scorso con Erra alla Gelbison.

Marco Mattiello

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