«La mia Nocerina venderà cara la pelle»

Il tecnico rossonero Fontana fa i complimenti al gruppo e traccia le linee di mercato: necessari una punta e un difensore

NOCERA INFERIORE. Fuori fa caldo e Carmine Polichetti corre dandoci dentro. Nessuno dirà che l’aggregato della mattina è lui. Ma il ventitreenne di Casali di Roccapiemonte è talmente visibile, oltre che conosciuto per aver fatto il ragazzino under nella Nocerina di Matteo Pastore, da non poter indurre a segreti. Fa caldo anche in sala stampa. Di ventilatori nemmeno l’ombra. Gaetano Fontana al momento ha questo undici titolare: Gragnaniello; Cremaschi, Rosato, De Franco, Rizza; Lepore, Palma, Hottor, Remedi; Tozzi, Malcore. In più può contare su Crialese, Cristofari, Lettieri, Tulimieri, Paz, Simonetti ed Evacuo. Ma arriverà altro. Lui ci conta: «La società si muoverà ancora, pur rispettando i budget. La linea resta la stessa, accettata qualche ora fa anche da Ciro De Franco, che s’è decurtato lo stipendio come Peppe Rizza. E’ la linea del minimo federale. La trattativa è andata in porto, avere uno come De Franco in questa fase diventa fondamentale». Su cosa manca, gli indizi diventano conferme: «La base di lavoro deve essere di due elementi per ogni ruolo più i ragazzi delle giovanili. Di sicuro manca una prima punta di categoria, con determinate caratteristiche, cioè uno che gioca sulla profondità. Malcore è bravissimo ma per me è una seconda punta. Tozzi è in ritardo e poi ci sono Simonetti ed Evacuo. Poi occorre qualcosa dietro di esperto. Romito? Ha giocato con me a Napoli, mi ha chiesto di allenarsi. Spero accetti i nostri programmi. È difficile prendere gente di categoria col minimo? Non direi. In giro c’è gente ferma. Se resti fuori un giro poi è complicato rientrare. Sono certo che accetteranno il nostro modo di fare calcio per quest’anno».

Parlare di tattica, a pochi giorni dal debutto in Coppa col Pordenone, diventa finalmente una beata novità dopo settimane e giorni da sopravvivenza prima e da cantiere poi: «Sto lavorando sul 4-4-2, cioè vorrei lavorare dato che fino ad oggi ho potuto dedicare alla tattica solamente un paio di sedute. Al momento è il modulo che calza meglio al materiale disponibile. Ho qualche centrocampista centrale in più ed ho pensato anche al 4-3-3 ma occorrerebbero esterni diversi. Quelli che ho adesso hanno propensione a giocare coi centrocampisti, non prediligono attaccare la porta avversaria». Mescola la tattica col sentimento: «Ne sono straconvinto, la formazione domenica dopo domenica non la farò io. Guardate, non è una battuta. La formazione la farà il sentimento, cioè la voglia di ogni singolo componente del gruppo di dare il massimo in lavoro e motivazioni. Prendo come esempio Rizza, viene da una stagione travagliata ma dà l’anima in ogni allenamento, è in ritardo ma mostra di volere recuperare tutto alla svelta. Lui il capitano? Lui o De Franco o lo stesso Gragnaniello, ci penserò fino a domenica sera». Il cantiere prende operai di continuo e di conseguenza congeda gli apprendisti. I saluti ieri sono toccati a Pulci mentre la stessa cosa dovrebbe accadere a Dombrovolschi per oggi: «Ci dispiace chiudere la porta a ragazzi volenterosi che dal primo giorno hanno accettato di mettersi alla prova. Purtroppo il calcio va così. Io stesso ogni giorno sono costretto a ricominciare daccapo con chi è appena arrivato e prende il posto di chi è andato via»

Marco Mattiello