L’intervistA/L’esperto PINO PALUMBO

«L’idoneità non è un problema Conterà il fattore psicologico»

SALERNO. Pino Palumbo, medico sportivo salernitano ed ex medico sociale della Salernitana, ha gestito in carriera un caso clinico simile a quello di Iannarilli quando era a capo dello staff sanitario...

SALERNO. Pino Palumbo, medico sportivo salernitano ed ex medico sociale della Salernitana, ha gestito in carriera un caso clinico simile a quello di Iannarilli quando era a capo dello staff sanitario del settore giovanile granata. «Era fine anni ’80 - ricorda - e la rottura della milza non era così facile da diagnosticare: l’ecografia è arrivata dopo».

Dottore, che successe trent’anni fa?

«Un calciatore degli Allievi, un attaccante del quale non farò il nome per privacy, si ruppe la milza in un incidente stradale, cadendo dal motorino. Ricordo che lo assistemmo noi nei mesi di degenza. Tornò a giocare dopo 3-4 mesi ed ha portato a termine la sua carriera giocando anche in alcune categorie dilettantistiche».

Significa?

«Per l’idoneità sportiva di Iannarilli non ci sarà alcun problema. Sarà già considerato idoneo quando i valori ematochimici saranno rientrati. Poi è chiaro che comincerà il decorso post operatorio. Dal punto di vista fisico, nessun inconveniente quando la ferita sarà scomparsa e Iannarilli recupererà l’elasticità dei muscoli addominali. Il problema potrebbe essere psicologico ma il portiere della Salernitana mi sembra un ragazzo piuttosto coraggioso».

Ha visto le immagini dello scontro?

«Sì, attraverso gli highlights. L’impatto è stato violento, forse evitabile se l’arbitro avesse fischiato prima l’offside su imbeccata del collaboratore di linea. Quando si subisce la rottura della milza, è fondamentale la tempistica dell’intervento chirurgico. Bloccata l’emorragia della milza asportandola, s’interrompe anche lo choc emorragico. La milza è un organo che sanguina subito, in maniera massiccia. Posto riparo all’emorragia, tutto si placa. Infatti ho letto che Iannarilli è stato subito trasferito in reparto e non in terapia intensiva. Ci sono stati nello sport traumi molto più gravi al torace e all’addome».

Esempi?

«Nel basket, ho assistito al violento scontro tra Poeta e Sakota in Teramo-Scavolini. Sakota rischiò la vita, fu in coma farmacologico, venne operato due volte in seguito alla perforazione del duodeno».

In attesa che Iannarilli ritorni all’attività agonistica, è giusto che la società cerchi un altro portiere?

«E perché mai dovrebbe farlo, a 10 partite dalla fine? Da tifoso granata, non me lo augurerei per due motivi. Il primo: si prenderebbe un portiere svincolato da tanto tempo, quindi poco allenato. Il secondo: ho dato uno sguardo al curriculum di Dazzi e mi pare di tutto rispetto. Se poi il problema è la riserva attuale di Dazzi, allora non saprei. Auspico che Iannarilli sia il portiere della Salernitana anche in C1. È cresciuto molto, migliorato in tutto ed il merito è anche di Gigi Genovese che lo allena. Iannarilli è co-protagonista della promozione in questo campionato: sono state decisive le sue parate a Lamezia e anche sul 2-2 di Salernitana-Aversa Normanna, la partita che ha segnato l’inizio dell’imbattibilità granata». (p. t.)