«Io e la Salernitana insieme sino alla B»

Ginestra prepara la volata finale, promette battaglia nelle ultime sei gare e punta a quota 20 gol per prendere il bonus

SALERNO. Mancano pochi “morsi” alla C1 aritmetica ma a Ginestra non basta. “Il cobra” della Salernitana è abituato a giganteggiare e sarà sazio solo da primatista. «Vogliamo la vetta - dice - è il nostro obiettivo, l’abbiamo meritata e dobbiamo difenderla. Per conservarla, servono almeno 4 vittorie ma Perrone ci ha spronato a conquistarne 6, perché tutti si ricordino di noi. Adesso che c’è stata la frenata - legata anche un calo fisico ma soprattutto a un fatto fisiologico dopo una lunga rincorsa - si vedranno i veri uomini e lo spogliatoio. In questi giorni s’è lavorato sulla velocità e la rapidità per durare altre 6 gare. Alla prima, col Melfi, la gamba potrebbe essere un po’ pesante ma non deve essere un alibi». Quanti granata di oggi meriteranno la C1 domani? Il dubbio s’insinua nella testa della proprietà e in quella dei calciatori: «Ho vinto tre volte la categoria, 4 volte ho fatto i playoff. Occorrono ritocchi ma ci pensa chi è deputato a farlo». Ginestra ha il contratto lungo, vuol fare 20 gol perché scatta il bonus sul conto corrente. Però: «Sono venuto per vincere il campionato, non la classifica cannonieri. Il contratto c’è ma si può stracciare, se la proprietà decide di non trattenermi più. A Salerno sto bene, spero di continuare fino alla B ma sarei il primo a mollare, se mi sentissi una comparsa. Ricordo l’Arechi in Salernitana-Venezia: strapieno, avevo 18 anni, giocai 15’, la Salernitana volava in A e noi una settimana dopo. Coi lagunari nacque il soprannome “cobra”: me lo diede Iachini perché nelle partitelle Nord contro Sud segnavo sempre. Non sarà facile arrivare ai 21 gol di Sorrento: adesso faccio anche da spalla a Guazzo che ne beneficia com’è stato per Succi a Padova e per Di Gennaro a Gallipoli. Non sempre mi riesce di andare in gol, a venti metri dalla porta».

Dovrebbe essere più facile da undici, eppure... «I rigori li sbaglia pure Cavani. Con l’Hinterreggio sbagliò Montervino com’era capitato a me a Lucca. Se capita il rigore col Melfi lo tiro, a patto che il mister concordi». Sul Daspo: «Non me lo sento addosso, già prima non andavo a vedere partite allo stadio. Mi dispiace solo non poter assistere a quelle della Salernitana, quando sono squalificato. Il Daspo si dà per turbative all’ordine pubblico non per una testata, atto del quale mi pento, perché ho sbagliato. A Giuffrida avrei dovuto aspettarlo fuori. Ha chiesto i danni, mi ha fatto scrivere dagli avvocati, volevo fargli rispondere dai miei ma il suo studio legale è l’unico al mondo dove non rispondono al telefono. Forse non l’ha mandato un avvocato, sarà stato suo padre...».

Pasquale Tallarino

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