L’INTERVISTA

Indiani “sogna” il colpo grosso «Il mio Pontedera senza paura»

SALERNO. In sella al suo Pontedera, Paolo Indiani 6 mesi fa – era il 17 marzo – “gelava” l’Arechi strappando il pari a Perrone e alla Salernitana. Dei granata è stato fiero rivale in C2, il più...

SALERNO. In sella al suo Pontedera, Paolo Indiani 6 mesi fa – era il 17 marzo – “gelava” l’Arechi strappando il pari a Perrone e alla Salernitana. Dei granata è stato fiero rivale in C2, il più rognoso, probabilmente il più bravo e preparato. Ora che s’è ripreso Grassi, il mister toscano sogna il colpaccio ma non lo dice e si nasconde, fin troppo.

Indiani, per Salernitana-Pontedera spera lo stesso film? Cos’è cambiato, dopo metà anno?

«Diverse la categoria e la Salernitana, più forte, con firme extralusso. Noi siamo più o meno gli stessi ma approssimo per difetto: abbiamo perso Carfora, il capitano, non abbiamo Ortolan. Loro erano certezze, i sostituti sono giovani promesse».

Vola basso eppure è primo della classe. Dov’è la verità?

«Non siamo più forti dell’anno scorso. Abbiamo avuto fortuna e ci siamo imbattuti in un calendario abbastanza agevole. Da domenica viene il bello, si comincia con gli squadroni. Abbiamo tre uomini fuori, Vettori, Galli e Luperini. Vediamo un po’ di recuperare i primi due».

La Salernitana è la fuoriserie?

«Foggia ed Esposito sono “merce rara”. Se però ragioniamo sul fatto che siano ancora a mezzo servizio, allora è un altro discorso. Speriamo che domenica non decidano di giocare a pieno carico. La Salernitana è una big ma dovrà sudare perché il girone è forte: abbiamo giocato in Coppa contro il Benevento ed è tanta roba».

Dove colloca il Pontedera?

«Se riusciremo a metterci dietro cinque, sei squadre evitando i playout virtuali, se ci fossero stati, sarà una grande impresa».

Grassi il più forte che abbia allenato mentre Foggia il suo sogno da allenatore?

«Non vivo di sogni. Grassi uno dei tanti bravi. Il mio vanto è Barzagli, allenato alla Rondinella. Poi ha fatto la carriera che ha fatto».

Cosa, invece, ha frenato quella di Indiani, 2 campionati vinti in Eccellenza, 3 in D, 2 in C2?

«Sono un toscano schietto, amo il lavoro e la sincerità. Pontedera ormai è il mio habitat. E’ ovvio che allenare davanti a 14mila persone faccia un certo effetto. L’anno scorso c’era tanta gente ma non abbiamo sofferto la pressione ambientale. Spero accada pure stavolta».

La Salernitana l’ha cercata l’anno scorso?

«Stima professionale, reciproca. Niente, però, di particolarmente significativo: nemmeno una chiacchierata per dire “mister, le piacerebbe allenare qui da noi?”. Forse è destino che non ci debba venire più a Salerno: corteggiato da Imborgia, fui vicino alla Salernitana nel 2005 con Aliberti, prima del fallimento, e poi l’anno dopo, con Lombardi». (p. t.)