Calcio

In B società tra crac e caos E Abodi pensa alla riforma

I bilanci di molti club cadetti sono in rosso: a Vicenza la situazione peggiore. Apprensioni a Latina, Livorno e Modena. Giovedì penalizzazione al Lanciano

SALERNO. In A 13 società su 20 presentano bilanci in rosso. In B la situazione economica dei club è ancora più allarmante. Tre mesi e mezzo al 30 giugno, data di frontiera per presentare i conti a posto: adesso la rincorsa non è solo sul prato ma anche e soprattutto dietro le scrivanie. Servono gol, ma anche soldi. E la situazione precaria di alcuni club sta condizionandone pure la stagione sportiva. Unica eccezione il Lanciano che - tenuto in vita dai Maio ma per stessa ammissione «solo fino al termine del torneo» - giovedì proverà a contenere ad un punto (il regolamento ne prevederebbe 2 per la recidiva) di penalizzazione per inadempienze economiche.

Situazione delicatissima a Vicenza e Como, problemi anche a Modena, Livorno, Latina, spifferi da Vercelli, Ascoli, Terni tanto per restare a chi naviga nei bassifondi perchè pure nel Cesena che guarda alla A come salvezza, ci sono problemi, ingenti, da risolvere. Si annuncia un’altra estate calda, sulla falsariga della scorsa stagione. Un anno fa a fine campionato erano retrocesse Varese (poi fallito), Brescia, Cittadella ed Entella (persi i playout col Modena), poi il crac Parma e lo scandalo Catania avevano riscritto i verdetti, con Brescia e Entella a sorridere. Stavolta il quadro istituzioanle è diverso.

Oggi a Roma nel corso del Consiglio federale sarà affrontato anche il nodo delle riforme dei campionati; la Lega Pro ha già chiesto il blocco delle retrocessioni; appena una settimana fa Abodi (presidente della Lega B) ha detto che «vogliamo chiudere entro la fine di marzo una riforma che permetta in due stagioni alla B di scendere a venti squadre, abbiamo l’assoluto dovere di andare avanti». Parole o fatti, si vedrà. Intanto la situazione economica di alcuni club cadetti è caotica.

A Vicenza, ad esempio. Ieri riunione fiume per decidere sull’esonero di Marino (via pure il ds Cristallini) e l’avvento di Lerda. Un’indiscrezione, a fotografare lo stallo biancorosso: l’attuale proprietà non può sottoscrivere contratti superiori ai 50mila euro perchè deve chiedere l’ok di una finanziaria che dovrebbe rilevare la società entro fine anno. Per essere semplici: il Vicenza attualmente è di proprietà della Finalfa (finanziaria con a capo Cassingena) priva delle risorse necessarie per gestire la stagione, risorse assicurate dalla “Vi. Fin” detentrice di un’opzione di acquisto che farà valere solo se l’Agenzia delle Entrate concederà la spalmatura in 15 anni del debito erariale ed a patto che il Vicenza mantenga la B, altrimenti si farà da parte. Non solo. L’ad della “Vi. Fin” (che non ha partecipato al cda) Franchetto ha aggiunto che se nelle prossime giornate la classifica precipitasse, chiuderebbe i rubinetti il 16 aprile non pagando più stipendi e contributi (si parla dei Tesoro).

Situazione delicata a Latina: il passaggio burrascoso di quote e la sottoscrizione di contratti onerosissimi ha appesantito una situazione già caotica e critica. Minacciato di sfratto dall’amministrazione comunale, il club solo la scorsa settimana ha sottoscritto l’accordo di pagamento (400mila euro) del debito accumulato per il Francioni. Spinelli a dicembre voleva lasciare Livorno; subito dopo il mancato accordo con un sedicente imprenditore albanese non s’era nascosto dietro giri di parole. «Avevo messo 2 milioni per ripianare il bilancio proprio per vendere il club, ora mi dovrete sopportare per altri sei mesi...».

Anche a Modena - una scatola detenuta al 43% dalla finanziaria “Acgf” - la gestione fa registrare perdite. L’Ascoli resta appeso alla volontà dell’italo-canadese Bellini di continuare, a Terni fibrillazioni intorno alla famiglia Longarini.

©RIPRODUZIONE RISERVATA