LA CARICA DEI CENTO

Il Real San Marzano corre verso il decennale

Il progetto nato con finalità sociale insegue un grande sogno: portare un talento in serie A

Festeggiare i 20 anni di attività, nel 2028, vedendo un proprio tesserato calcare i campi della serie A. È questa la speranza di Domenico Schiavone, direttore sportivo, tecnico e anima del Real San Marzano, scuola calcio costituita quasi per gioco nel 2008 da un gruppo di amici e diventata un punto di riferimento per il movimento giovanile nell’Agro nocerino sarnese. Da allora di tempo ne è passato e oggi il sodalizio presieduto da Salvatore Fiorino e Salvatore Casillo può contare su circa 100 bambini che, divisi per turni, si allenano quotidianamente sul campo del “Comunale” di San Marzano sul Sarno. Sette i campionati federali disputati dal Real San Marzano, dai Primi calci ai mini-giovanissimi provinciali. «L’obiettivo è togliere i ragazzi dalla strada e farli crescere in modo sano. Non a caso collaboriamo con le parrocchie della città e siamo sempre disponibili ad aiutare i meno fortunati», ha detto Schiavone. «Alle famiglie spieghiamo subito che non facciamo miracoli e che se vogliono un figlio campione devono portarlo a un’altra scuola calcio. Ovviamente diamo la possibilità a tutti di poter approdare in società professionistiche, ma chi non ce la fa non viene mai abbandonato e sempre seguito quando viene ceduto alle altre squadre del territorio per limiti d’età». Schiavone allena gli aspiranti calciatori insieme a Massimo Amatruda, Marco Schiavone e uno dei due patron, Salvatore Fiorino. In nove anni le prime soddisfazioni sono già arrivate e lo dimostrano le cessioni di Alessandro Piscitella al Torino, dei gemelli Francesco e Giuseppe Casillo e di Cristian Cappuccio alla Viterbese e Luca Pio Schiavone prima alla Salernitana e ora alla Cavese. Tuttavia, l’obiettivo è sempre lo stesso. «Viene prima lo studio e questo lo sanno bene i genitori che portano i ragazzi a giocare da noi», ha continuato Schiavone. «Sospendere gli allenamenti non è la cosa migliore e per questo con i genitori pensiamo a “punizioni” educative, come quelle di non uscire la sera con gli amici o togliere lo smartphone fino all’arrivo dei buoni voti. Certo che ci auguriamo di vedere uno dei nostri ragazzi in serie A, ma l’importante è che si divertano e crescano bene».

Afn/do.gra.