Il Napoli incerottato ha voglia di riscatto

Al San Paolo sfida con il Livorno. Benitez: «Bisogna giocare senza pressioni». Higuain, Albiol, Zuniga fuori per infortunio

NAPOLI. L’emergenza è un fatto conclamato. L’ultimo allenamento a Castel Volturno ha emesso verdetti durissimi. Il Napoli dovrà rinunciare a quattro pezzi da novanta. Il primo è naturalmente Higuain: il Pipita si è arreso come era ampiamente prevedibile. Inutile rischiare un problema più serio al flessore. Lo staff medico del Napoli è improntato alla massima cautela e ha detto no. Stesso discorso per Raul Albiol che ha un fastidio all’adduttore da non sottovalutare. Resta ai box pure Juan Camilo Zuniga che va gestito per un dolore al ginocchio. Loro tre si uniscono a Christian Maggio che sta recuperando dall’operazione al menisco. Rafa Benitez è lapidario: «Non stanno bene, sono infortunati. Non partiranno neanche con le nazionali e resteranno qui a curarsi». Ma intanto oggi c’è il Livorno da affrontare per essere protagonisti. Quindi è caccia ai sostituti. Inutile chiedere troppo all’allenatore che continua il suo catenaccio dialettico sulle scelte di formazione: «Zapata si sta allenando bene, non è ancora al 100% della preparazione, Pandev, invece, mi sta impressionando nel ruolo. Contro l’Arsenal non poteva fare di più». Scelta fatta? No. Benitez mischia le carte e fornisce un altro indizio: «Potrebbe giocare pure Callejon in quel ruolo: lo ha fatto con l’Espanyol, quindi è sicuramente una possibilità». Carte mischiate, dunque. L’oracolo è sempre il cuscino. Rafa lo tira fuori quando la domanda scivola sulla difesa: «Abbiamo Britos, Uvini, Fernandez e Cannavaro. Deciderò poche ore prima della partita». Il capitano sembra favorito. La certezza semmai è un’altra. E si chiama Mertens. Persino Benitez si sbilancia: «Si sta allenando benissimo. E’ uno stimolo per i compagni. E’ uno di quei giocatori che scalpita per mettersi in mostra. La sua presenza dal primo minuto è una possibilità».

Poi si torna a parlare della condizione psicologica del Napoli. Rafa allontana le nubi di un blocco psicologico e ci arriva attraverso un ragionamento: «Borussia e Arsenal sono tra le migliori squadre europee. Con una abbiamo vinto, con l’altra abbiamo perso, non capisco quale sia l’allarme». Lui si è accertato che nella testa dei suoi giocatori non ci siano scorie: «Ho parlato in questi giorni e ho visto che stanno bene. La mentalità, del resto, non cambia: vogliamo vincere sempre e ci proveremo subito con il Livorno». Senza quell’etichetta di finale, tanto cara alla gestione precedente: «Quelle arrivano a maggio e sicuramente ci sarà un po’ di pressione. Viviamo queste partite diversamente anche con un pizzico di tranquillità. Questo ovviamente non significa sottovalutare l’avversario». Gli errori di Londra sono stati analizzati: «Abbiamo capito e naturalmente lavoreremo per migliorare. Servirà un altro approccio, le squadre italiane hanno intensità e il Livorno non sarà da meno».

Avanti con fiducia: «Il Napoli è forte anche psicologicamente e lo dimostrerà. La filosofia non cambia: senza fretta e senza pausa faremo il nostro gioco e proveremo a cancellare la sconfitta con l’Arsenal. Non penso alla possibilità del primo posto, ogni gara in A è dura e conta solo il nostro risultato, agli altri non penso. Il modulo? A Londra non l’ho cambiato per una questione di fiducia. Se lo avessi fatto e il risultato sarebbe stato lo stesso, avremmo gettato al vento tre mesi di lavoro. Per me non è un dogma: quando ho vinto la Champions col Liverpool, ho affrontato la Juve con la difesa a 5; in finale ho cambiato nel secondo tempo e abbiamo giocato a tre. Se devo farlo, non ho problemi, ma non è questo il momento. Siamo ancora al 75% e comunque abbiamo perso una sola partita. Direi che il bilancio è positivo».

Pasquale Tina

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