L’intervista

Il dg Facci: «Due squadre di pari livello, temo molto Mazzeo»

NOCERA INFERIORE. La storia scorre su un gol di scarto. Uno soltanto ed il Latina concorrerà per la prima volta in una finale per la serie B. Per Mauro Facci, direttore generale, sarebbero impresa e...

NOCERA INFERIORE. La storia scorre su un gol di scarto. Uno soltanto ed il Latina concorrerà per la prima volta in una finale per la serie B. Per Mauro Facci, direttore generale, sarebbero impresa e gloria: lui che a Latina ci è nato, cresciuto. Lui che a Latina ci ha giocato, ci ha chiuso la carriera, ci ha allenato e ci ha pure iniziato la nuova vita da manager. E poi affrontare la Nocerina carica di ulteriori stimoli il dg che per un quinquennio s’è esaltato a guidare la retroguardia della Salernitana. Una sorta di derby insomma? «In parte sì. Salerno è stata tappa lunga e preziosissima della mia vita. In quegli anni non ci sono stati incontri ufficiali, ma ricordo un’amichevole al San Francesco nel ’92. Ci furono tanti problemi, Affuso si beccò pure una sassata. Chissà chi ebbe la brillante idea di organizzare quel test: fu un brutto pomeriggio e mi fece capire quanto fossero tesi i rapporti tra le piazze».

Quali sono i ricordi più belli dell’esperienza in granata?

«La promozione in B, il gol realizzato al Verona, quella sensazione di forza nata attraverso il gioco, non coi nomi. La Salernitana di Rossi era un po’ come la prima Nocerina di Auteri: pochi nomi, tante scommesse e promozione ottenuta con gioco spettacolare».

Ora è meno temibile?

«Assolutamente no. Anzi, ha più esperienza rispetto a due anni fa, ma ha avuto diversi problemi che hanno causato una partenza in ritardo. Ma come struttura tecnica ed organica la Nocerina è una gran squadra».

Migliore del suo Latina?

«Diciamo che siamo sullo stesso piano anche se con caratteristiche un po’ diverse. La nostra squadra, al pari della Nocerina, ha tanti calciatori di spessore e di livello superiore alla Prima Divisione”.

Chi teme di più dei rossoneri?

«Mazzeo. Pur avendo giocato al di sotto delle sue potenzialità in gara 1 dà sempre la sensazione di poter tirare fuori dal cilindro la giocata che cambia tutto».

Filippo Zenna

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