Il calendario tra calcoli e scaramanzia

E il popolo granata consulta l’agenda per le vacanze invernali: vietati i blitz

di CORRADO DE ROSA

Il derby alla prima giornata no! È un colpo basso. L'estate è trascorsa tra sussurri per un calciomercato che, come sempre, non ci fa capire bene se la squadra è competitiva o meno, e grida per i gol di Bovo in coppa Italia. Il problema vero, adesso, non sono Amelia, Maniero e Lodi. Il punto è come porsi rispetto al calendario. Le tesi sono due: quella fatalista che vuole che, prima o poi, vanno affrontate tutte, e quella da matematico-alchimista. In questo caso per verificare se il calendario è buono, sono necessari astrusi calcoli che riguardano la preparazione atletica e dissertazioni, assolutamente arbitrarie, su se è meglio affrontare le squadre forti prima in casa oppure fuori. Il derby subito dimostra la fallacia della statistica: spariglia tutto. C'è ovviamente la terza via, quella del tifoso autistico: noi siamo la Salernitana - che, per amor di verità, è cosa un po' diversa dal dire: noi siamo il Barcellona - il problema è di chi deve affrontarci. Risolto questo amletico dilemma, si consultano le agende. Il sorteggio è stato fatto tardi, una vera programmazione dell'anno non c'è ancora stata. Eppure un campionato richiede metodo, la serie B poi non conosce pause, si gioca perfino il 23 e il 27 dicembre. Bisogna programmare qualche blitz fuori porta o addirittura un viaggio, anche se durante i ponti si giocherà quasi sempre in casa. A meno che non siate duri e puri, cioè: viaggio di andata estenuante, partita, viaggio di ritorno estenuante e il tutto senza distrazioni, le trasferte vanno divise in due categorie: gita con velleità culinarie, gita con velleità culturale. Nel primo caso è facile: un posto serio per mangiare lo troverete sempre, purché non vi lasciate abbindolare da quei ristoranti per cocainomani con piatti quadrati, spolverate di aceto balsamico, ricottine, scarulelle e via dicendo. Il ristorante da trasferta è una trattoria, il vino è buono e a basso costo, la tovaglia rossa a quadretti bianchi. Per le città d'arte c'è una buona scelta: Vicenza, Bari, che va comunque visitata per via del gemellaggio, anche Lanciano ha un suo perché e poi, se ripescano la squadra, Ascoli ha una delle piazze più belle d'Italia. Se uno è appassionato di misteri ed è pure un po' morboso, c'è Perugia con la casa del caso Amanda Konx. Lì bisogna stare attenti al dialetto per non essere riconosciuti. "Marì, vir comm'é bell 'stu sarcofago attribuito a Urbano da Cortona", non si può dire per via di antiche ruggini con la tifoseria. Ricordo una trasferta con pari di De Cesare a pochi minuti dalla fine, era l'anno della promozione in serie A, in cui quel genio di un mio amico comprò i biglietti nei distinti. E all'esultanza, rigorosamente in lingua madre, ce ne dovemmo andare per una sassaiola indubbiamente formativa. La scelta di Perugia, quindi, richiede per mimetizzarsi, qualche ora di conversation con un madrelingua umbro. Per soddisfare la passione per la storia delle trame nere ecco subito Brescia e la sua piazza della Loggia. L'attenzione sulla trasferta di Pescara il giorno dopo San Matteo dipenderà da se i . portatori della statua ci sorprenderanno durante la processione oppure no. Il problema è il perverso sistema degli anticipi e posticipi. Che non sarà una tragedia come in Lega Pro, lì eravamo all'improvvisazione pura. Ma anche quest'anno, rassegniamoci, sarà impossibile organizzare il turno di lavoro in base alle partite e le famiglie avranno problemi nella programmazione dei week end liberi da calcio. In questo caso è consigliabile puntare tutto sulla pausa di fine anno: in quei giorni siate clementi e accontentate i desideri di famiglia. Fossero pure due giorni segregati nell'Ikea o una settimana in giro con i suoceri. Un ultimo suggerimento per i ragazzi pigri che sognano una serie B in poltrona davanti alla TV, ma hanno genitori snob che pensano che il calcio sia roba da trogloditi e la pay TV una promanazione di Satana sulla terra. Negoziate, ma siate strategici. Gridate ai quattro venti che partirete con gli ultras, sostenete la tesi della necessità assoluta della vita sul filo da tifoso, lasciate intravedere che da quello status dipenderà la vostra affermazione sociale. Quando avrete stremato l'avversario e capirete che, tra un tofu e una retrospettiva su Godard, è ormai sul punto di cedere, fate finta di esservi ravveduti e dite: - Va bene, allora facciamo l'abbonamento in pay TV. A quel punto, averlo sarà un gioco da ragazzi.

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