I tre moschettieri della Salernitana

Ginestra, Mancini e Molinari sono i leader dei tre reparti ed i trascinatori del gruppo protagonista della rimonta

SALERNO. Mancini inventa, Ginestra segna, Molinari conserva. La Salernitana capolista si “nutre” delle prodezze dei suoi tre fuoriclasse, uno per ogni reparto. Nella testa e nei piedi di Mancini ci sono almeno due categorie in più. È la stella granata ma non fa il fenomeno, non si specchia. Piuttosto si sacrifica e infatti giocando mezz’ala ha imparato anche a rincorrere gli avversari: è una delizia ammirarlo mentre soffia il pallone ai mediani costringendoli al fallo di frustrazione. «Tanti calciatori giocano in A ma non sono acclamati, non si sentono importanti agli occhi della società e della tifoseria per le quali scendono in campo – disse Mancini, tempo fa - a Salerno, invece, sto bene e sono contento. Non vivo la Salernitana come un declassamento, anzi una fortuna, perché faccio parte di una squadra sana, lo stipendio a fine mese è assicurato». Al suo ingaggio partecipa il Verona che l’ha girato in prestito. «Una chiamata dalla B mi lusingherebbe ma al mercato non penso: non mi piace lasciare le cose a metà», ha frenato il giocatore. Le altre concorrenti dei granata inseguono e arrancano perché non hanno Mancini e non hanno “il cobra”, già compagno di squadra del fantasista nel 2009 a Gallipoli. Quando ha pattuito l’ingaggio con Ginestra, patron Lotito ha fissato pure con lui valori premiali legati ai gol e al rendimento: più segna, più guadagna. «In estate l’ho preso perché Ginestra ha tre caratteristiche – ha svelato il presidente laziale – è un professionista serio, non molla mai e ha il vizio del gol. Al raggiungimento del ventesimo gol abbiamo concordato delle cose. Lui mi ha risposto: presidente non si preoccupi, segnerò tanto perché quei soldi mi spettano».

Con 11 gol in 14 gare, Ginestra non è soltanto il cannoniere della Salernitana, ma anche il vice del girone alle spalle di Grassi del Pontedera e pure lo stoccatore con la media realizzativa (0,78) tra le più alte della Lega Pro. È il cecchino, il calciatore dal quale al momento non si può prescindere. «È diffidato, dovrebbe riposare un po’ per gestire anche un fastidio al ginocchio ma come faccio? Ciro sotto porta è impressionante: se riceve due palloni, uno finisce in porta», ha detto Perrone. Una prodezza non è solo un assist col contagiri e un gol spettacolare ma anche uno stacco imperioso, il tackle salva-risultato, la “parata” di coscia. Colpi che appartengono al repertorio di Morris Molinari, il gigante della difesa. Dopo Chieti, vuotò il sacco: «La maglia pesa, i giovani non hanno curriculum». Volevano metterlo all’angolo ma n’è uscito a spallate e il tempo è stato galantuomo: la capolista oggi vince senza gli under.

Pasquale Tallarino

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