«Ha carisma ed è duttile È una scelta convincente»

Ormai salernitano d’azione, Bogdani presenta il tecnico che ha avuto al Siena «Infonde carica al gruppo, è preparato e sa reggere le pressioni della piazza»

SALERNO. Ha lasciato il calcio giocato dopo la splendida stagione di Siena: Erjon Bogdani, albanese di nascita ma salernitano d’adozione, ha lavorato con il nuovo tecnico granata nel campionato da record dei toscani.

È Sannino l’uomo giusto per la panchina granata?

«Questo lo dirà il campo. Ma posso garantire che Sannino è molto preparato tatticamente, sa lavorare bene e soprattutto sa sempre dare la carica giusta agli undici che scendono in campo».

È stato il suo allenatore nella migliore stagione del Siena in serie A.

«Facemmo un ottimo campionato. Dopo ogni partita, indipendentemente da quello che era il risultato, finivamo per prendere i complimenti degli avversari. Era una squadra vera, capace di lottare su ogni pallone e per tutti i novanta minuti. I risultati poi si sono visti, e gran parte dei meriti sono anche suoi. Ha la giusta preparazione per affrontare un torneo importante con la Salernitana, conosce la categoria. Può sicuramente fare molto bene».

La qualità che le è piaciuta di più di Sannino in quella stagione?

«Ha carisma, accoglie bene tutti i giocatori che arrivano e instaura subito un buon rapporto con tutti e può dare tanto alla squadra. Salerno forse aveva bisogno di uno come lui: è una piazza calda, certo, ma per certi versi anche un po’ difficile. C’è tanta pressione, i tifosi ti sono sempre vicini ma se vedono che la squadra non risponde diventa tutto un po’ complicato per quei giocatori con poca personalità. La piazza è esigente: meriterebbe sicuramente la A, i giocatori che sono rimasti devono capire immediatamente che non va ripetuto lo stesso errore dello scorso campionato. E magari con quattro, cinque buoni innesti si può puntare a qualcosa di grande».

Il modulo con il quale fa esprimere al massimo le sue squadre?

«A Siena abbiamo quasi sempre giocato con il 4-4-2 classico. Però sa anche variare, non è vincolato a un solo schieramento tattico. Dipenderà molto dai giocatori che la società gli metterà a disposizione, ha la giusta preparazione e le giuste capacità per adattarsi ai nomi che comporranno la squadra. L’importante però è focalizzarsi e lavorare specie con un modulo: se lo si cambia continuamente non è un bene per la Salernitana».

Lei ormai vive a Salerno. Come ha vissuto la città queste settimane di incertezza?

«Non ho vissuto la situazione in prima persona perché sono stato in Francia con la nazionale albanese. Ma mi dispiace che si sia arrivati a scegliere il tecnico con tanto ritardo. Queste sono scelte che vanno fatte prima in modo tale che anche l’allenatore può cominciare a lavorare con i giocatori che chiede. Però il tempo non manca, Sannino è un allenatore preparato».

Le sarebbe piaciuto vedere Simone Inzaghi a Salerno?

«Sì, perché mi ha fatto un’ottima impressione nelle partite che ha fatto sulla panchina della Lazio. Ha perso pochissimo nella breve esperienza a Roma, se ne parla un gran bene e poi è un allenatore giovane con belle idee. Contento per lui che avrà un’altra occasione in A, un po’ però mi dispiace anche per l’intera vicenda Bielsa. Sarebbe stato bello vederlo in Italia».

Da ex prima punta, è giusto dire che la Salernitana deve ripartire dai numeri dei suoi due attaccanti?

«L’ho sempre pensato e continuo a farlo. Coda ha avuto problemi in avvio per colpe non sue. Non aveva un’adeguata preparazione fisica ma poi s’è dimostrato fondamentale così come Donnarumma. Dispiace però che si siano accorti troppo tardi delle loro potenzialità e della possibilità di farli giocare assieme: ora si conoscono meglio, spero che rimangano entrambi, magari cominciano a segnare da molto prima ed i granata possono lottare per un posto nei playoff».

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