L’INTERVISTA

Gustavo allontana addio e veleni «Col mister il rapporto è ottimo»

SALERNO. Gustavo, lei è attaccante di scorta, titolare a singhiozzo o una seconda linea di lusso? «Mi alleno per giocare sempre titolare e non ho la percezione di essere diventato un rincalzo. In...

SALERNO. Gustavo, lei è attaccante di scorta, titolare a singhiozzo o una seconda linea di lusso?

«Mi alleno per giocare sempre titolare e non ho la percezione di essere diventato un rincalzo. In queste ultime partite mi fa piacere avere ricevuto più opportunità».

Dopo una prima parte sfavillante, un lungo periodo in sordina. Che è successo?

«L’allenatore fa le sue scelte e le rispetto. Nell’andata ho avuto più spazio e l’ho sfruttato segnando anche qualche gol. Al ritorno non è stato facile togliere la maglietta a Ginestra e Guazzo».

In prima divisione ci sarà ancora posto per Gustavo?

«Ho contratto fino al 2014».

Il contratto conterà più della fiducia della Salernitana?

«Penso ci siano le premesse per continuare. Ne parlerò con Lotito, con Perrone, con chi devo parlare. Ho legato con città e società. Al futuro non penso perché c’è la Supercoppa, la vogliamo».

Il suo percorso di crescita si è un po’ fermato?

«No, anzi, sono in continua crescita. È normale che ambisca ad ottenere sempre più spazio in partita, ho detto che mi alleno per essere titolare. Dicono che il gol contro l’Aquila è stato il più bello ma a me è piaciuto il pallonetto col Fondi. Quello che mi ha dato più emozione è stato il gol dell’anno scorso a Selargius, il mio primo gol a Salerno, al 95’».

Perrone la bacchetta spesso. Sta facendo tesoro delle punzecchiature del mister?

«Sono uno stimolo, i consigli mi servono per allenarmi sempre meglio. Non so se sono innamorato del pallone. Qualche volta mi sono chiesto perché non gioco ma il mister vede così. Significa che ci sono persone più brave di me».

Cos’è cambiato in 2 anni?

«Arrivai a Fiuggi un po’ disorientato, poi ho imparato l’italiano, sono passati due anni bellissimi. Ho messo il cuore in tutte e due le vittorie. Poi è arrivata la convocazione in nazionale: un premio. Sono stato contentissimo».

Tra le sottolineature di Perrone: “Altri due giorni di stage e Gustavo avrà già imparato tutto”. La sua risposta?

«Non mi sono montato la testa, imparo con Perrone e imparo con Bertotto».

Sono sullo stesso piano?

«Ho imparato da tutti. Mi è piaciuto molto il 4-3-3 offensivo di Martina, ho svariato sia a sinistra che a destra scambiando posizione con Topouzis».

Nel calcio totale, c’è spazio per i dribblomani come lei?

«Non vago per il campo: i compiti li porto a termine».

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