LA STORIA

Guastafierro vince la sfida più difficile

Il giocatore dell’Episcopio s’è risvegliato dal coma. Festa a Sarno

SARNO. Il risveglio di Mario è stato accolto con grande gioia da una città. Sono passati 15 giorni dal tragico incidente di gioco che sconvolse tutti i presenti e, ieri, finalmente, il ragazzo si è ripreso dal coma farmacologico nel quale precauzionalmente i medici lo avevano tenuto per gli ematomi. Mario Guastafierro, classe ’92, maglia numero dieci, mezza punta dell’Episcopio. Fisco gracile, incontra sulla sua strada un pari età nella gara tra la squadra bianco-verde e il Solofra di prima categoria. Corre il 37’ e il risultato è fermo sul’1-1 quando, Mario e l’avversario sono protagonisti di uno scontro aereo, a caccia di un pallone vagante. Il contrasto è durissimo e Mario accusa subito il colpo, atterrando già svenuto. Caos e lacrime perché il giovane perde sangue dalle orecchie. L’arbitro sospende la gara e il padre Antonio, infermiere professionale e responsabile sanitario dell’Episcopio, ridestatosi dallo choc, pratica il massaggio cardiaco al figlio che viene portato prima a Sarno e, poi, a Nocera. La storia commuove tutti e l’intera città ha sete di notizie sul suo stato di salute. I compagni di squadra vanno e vengono dall’ospedale e non perdono occasione per ricordarlo. Verso la rianimazione dell’Umberto I è un pellegrinaggio continuo. Fiato sospeso, pacche sulle spalle, preghiere e incoraggiamenti per Mario. Ieri, si è svegliato con gioia per tutti. Antonio Guastafierro ha vissuto in diretta quello che un padre non vorrebbe mai vivere. «Finalmente, siamo usciti da un incubo. Mario si è svegliato anche se deve ancora riprendersi perché ci sono alti e bassi. La fase critica è passata e c’è ancora da lottare. Dovremo affrontare un lungo recupero, ma siamo forti e ce la faremo. Ringrazio tutti quelli che ci sono stati vicini in questi giorni e che hanno dimostrato solidarietà. Ringrazio, soprattutto, i medici e tutto il personale sanitario della rianimazione di Nocera che, con grande professionalità, ho visto assistere mio figlio e gli altri pazienti». L’incubo è finito anche per i compagni di squadra e per il presidente dell’Episcopio Francesco Origo che non ha mai mancato di far sentire l’affetto del gruppo e che ora attende che Mario possa tornare a rincorrere il suo sogno. Il biondino ha tenuto in scacco i sentimenti di tutti e l’intero movimento gli ha porto un pensiero affinchè continuasse a vivere. Ora, la battaglia continuerà fuori dall’ospedale.

Gaetano Ferrentino