L'INTERVISTA

Gravina attacca Lotito: «Deve scegliere fra Lazio e Salernitana»

Il numero uno della Lega Pro contesta la multiproprietà dell'imprenditore capitolino

Il divorzio tra Claudio Lotito e la Salernitana, per il presidente della Lega di serie C, sarebbe la migliore soluzione. «Decida prima o poi, in autonomia, ci mancherebbe altro, tra Lazio e Salernitana. Per evitare sospetti che in questo calcio, purtroppo, attualmente, sono all’ordine del giorno». Così Gabriele Gravina boccia la multiproprietà del patron, impegnato in serie A con la Lazio e nel campionato di B con la Salernitana di cui detiene il controllo unitamente al cognato Marco Mezzaroma. «Nulla di personale, solo una diversa visione del calcio. E’ noto che io e lui siamo su due pianeti diversi quando parliamo di questo sport. Diciamo pure, e lui sa cosa ne penso, che il nostro approccio è esattamente diverso. Io non sono per i presidenti che hanno voce in capitolo in più di un club, piuttosto per la seconda squadra di ciascuna società. Con vantaggio anche nella cura e per lo sviluppo delle nuove leve. - spiega Gravina - Perché, inutile negarlo, occorre evitare di ingenerare sospetti in un calcio come quello italiano dove, invece, si dubita di ogni cosa facendo venire meno la passione di tanti sportivi». Gravina, che ritiene Lotito «un gran competente di calcio ma che, spesso, non guarda al sistema nel totale ma al particolare», spiega che «così come avviene ora, ossia la possibilità di essere alla guida d più di una società di calcio, si generano commistioni, conflitti di interesse oltre che sportivi pure di natura finanziaria. Invece, e non lo dico solo io, occorrono regole certe ed in grado di determinare parametri da rispettare oltre i quali non andare. Credo che prima Lotito lo comprenderà meglio sarà pure per lui nell’assumere decisioni definitive sulle attività con Lazio e Salernitana. Anche perché i due club hanno una storia, una tifoseria e rappresentano due bacini calcistici non secondari per il calcio italiano». Il presidente della Lega di serie C, quindi, non nasconde il momento difficile del calcio italiano: «Bisogna uscire dagli equivoci e remare tutti dalla stessa parte. Altrimenti, e non è una battuta, il pallone si sgonfia. Troppo spesso non si tiene conto del pubblico e questo danneggia l’intero movimento calcistico. Nel momento in cui non si coinvolgono gli sportivi, come purtroppo accade spesso e volentieri, si va velocemente verso la desertificazione degli stadi». Gravina offre anche una via di uscita, ritenuta possibile: «Per questo occorre non tirare eccessivamente la corda. Offrendo maggiori servizi a tutti gli utenti del calcio e garantendo strutture idonee a quanti praticano in campo questa disciplina. Poi bisogna operare per raggiungere ogni territorio e non concentrarsi nell aree più densamente abitate. Ma occorre fare in fretta». Il calcio campano è stato commissariato e nei prossimi mesi dovranno essere eletti i nuovi vertici. «Senza peli sulla lingua credo che occorra ridare l’autonomia ai dirigenti che fanno calcio sull’intero territorio della Campania. La fase in corso ha di fatto significato una perdita di autonomia decisionale dovuta ad una situazione ritenuta di irregolarità. Il commissario Cosimo Sibilia credo che abbia operato bene e che si siano ricompattate tutte le componenti del calcio campano per delineare un futuro con maggiori certezze. L’augurio, mio personale, è che la Campania possa ritrovare quel ruolo di centralità nel calcio dell’Italia che con merito e capacità ha sempre ricoperto fungendo da traino per l’intero movimento nazionale».