Il muro

Gomis, mani sulla Salernitana

L'ex si prepara alla sfida col Cesena tra iriti scaramantici e frasi sui social

SALERNO. «Mia, è mia». Ad ogni cross, spiovente e campanile degli avversari, Alfred Gomis ha la buona abitudine di urlare e assumersi la responsabilità del governo dell’area di rigore granata, mentre alza il ginocchio e mulina i guantoni. Da quando ha preso in consegna la porta della Salernitana, i gol al passivo sono diventati 2 in 4 partite (s’è arreso solo al Bentegodi) e l’imbattibilità dura da due giornate. Lo chiamano El Puma e nel successo di Vicenza, sotto la pioggia, c’è pure la zampata di Gomis. Non è facile effettuare la parata-salva risultato durante una gara di parziale inoperosità. Il portiere italo-senegalese, invece, è stato bravo a restare concentrato e s’è fatto trovare ben piazzato quando ha deviato il tiro di Rizzo destinato all’incrocio dei pali, alla sua sinistra. Freme, si dimena, è un vigile urbano dell’area di rigore, Gomis. Una foto apparsa sui social, dopo la vittoria in Veneto, lo ritrae mentre alza la mano, probabilmente nel tentativo di suggerire nuove indicazioni e posizioni alla sua difesa. Bittante, che in granata è arrivato qualche ora dopo di lui, ne ha approfittato per prenderlo in giro con un post su facebook: “Pensa a parare, chi stavi salutando?”.

La risposta del portiere non s’è fatta attendere, altrettanto sorniona: “Salutavo te in tribuna, non mi è parso di vedere tue tracce in campo”. Sorride Gomis e sorride pure la Salernitana che l’ha ottenuto in prestito dal Torino per scalzare Terracciano. Dopo la grave indecisione dell’ex titolare sul calcio di punizione (per fortuna non decisivo, ai fini del risultato) battuto dal perugino Dezi il 30 dicembre all’Arechi, Bollini aveva messo il portiere in cima alla lista dei desideri e delle priorità del mercato di riparazione. La società lo ha accontentato e si è mossa con largo anticipo. Infatti è riuscita a bruciare sul tempo il Cesena che aveva fatto un pensierino a Gomis ed aveva provato ad inserirsi all’ultimo istante. Per lui in Romagna sarebbe stato un ritorno nei ranghi: coi bianconeri per 38 partite nel 2015/’16, Gomis aveva confermato di essere un buon portiere di B, dopo i trascorsi a Crotone e ad Avellino. Adesso il suo passato e i suoi vecchi estimatori busseranno alla porta da avversari. All’Arechi non ci sarà lo scontro ad alta quota con il cesenate Djuric che il Cesena ha dovuto vendere per monetizzare, ma c’è da giurare che ad ogni cross, El Puma della Salernitana interverrà col ginocchio in avanti e la voce ferma da guardiano e custode. È lui il nuovo numero uno e Bollini non torna indietro, nonostante il mercato non abbia condotto altrove Terracciano.

Non ci sarà girandola, non ci saranno balletti tra i pali in un ruolo nel quale la Salernitana ha già pagato l’anno scorso lo scotto dell'indecisione, col ballottaggio ad oltranza Strakosha-Terracciano. Il più grande dei fratelli Gomis - tutti i portieri, Lys alla Paganese e Maurice al Cuneo - ma anche il più alto, in ragione dei suoi 196 centimetri, non ha una grande tradizione negli scontri diretti col Cesena. Quando parava per il Crotone, infatti, li ha persi tutti e due. Pare abbia preso le contro misure. Raccontano, infatti, sia un po’ scaramantico: da quando non prende più gol, sempre gli stessi gesti nello spogliatoi, compreso il modo di allacciare le scarpette. La Salernitana, adesso, è nelle sue mani.

 

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