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Gentile scoperchia il caso Ginestra

Al bomber inflitto un anno di Daspo per la “testata” a Giuffrida

SALERNO. Ginestra gioca (come l’aquilano Iannini ) e s’allena col Daspo da 3 mesi: notificato il 29 ottobre dalla questura di Catanzaro per i fatti di Lamezia (testata al centrocampista Giuffrida). Il Daspo è di un anno. Con un provvedimento a parte, il questore di Catanzaro ha eliminato alcune prescrizioni: siccome si tratta di un atleta professionista che trae dal calcio la fonte di sostentamento, è stato tutelato il diritto al lavoro e gli viene consentito di partecipare agli allenamenti e di giocare le partite ufficiali, se in distinta. Quando non è convocato, o squalificato «deve star lontano - tuonano dalla Calabria perché è cittadino col Daspo e quindi non ha accesso, da spettatore, alle manifestazioni sportive». Col Chieti era squalificato e all’Arechi, in tribuna, non c’era. Da tempo la Salernitana tiene tutto nell’ombra e ufficialmente dice di non sapere. L’addetto stampa ieri è caduto dalle nuvole, a Formello pure. L’avvocato Gentile, invece, aveva già approntato il ricorso: inoltrato il 21 dicembre, due mesi dopo la notifica dell’atto presso il domicilio del calciatore che aveva fatto pervenire le proprie motivazioni, non accolte in via preliminare. Atto amministrativo: anche il ricorso segue una via gerarchica. Impugnato il provvedimento - che però resta operativo - il club attende che il Prefetto di Catanzaro si esprima sulla decisione del questore. Se casserà, bene; altrimenti si andrà al Tar. Gentile ha inviato memorie. Tutto doveva restare sotto traccia, finché un’indiscrezione ha fatto saltare il banco. Spiazzata la società, che però ha continuato a fare melina. In Calabria, invece, hanno confermato tutto.