Il PERSONAGGIO

Genovese, il “superstite” del 1992

L’attuale preparatore era il portiere della gestione Sonzogni

SALERNO. C’è un punto di contatto tra la Salernitana dei record del ’92 e quella di Perrone che sta per agganciarla nella storia delle squadre bunker.

Il legame è Gigi Genovese. Gentleman del calcio salernitano, discreto, taciturno, uomo di fiducia di quasi tutti i presidenti che si sono alternati al timone della Salernitana negli ultimi vent’anni, Gigi era il portiere imbattuto di quella Salernitana “di gomma”, guidata da Sonzogni.

Oggi fa il preparatore, allena Iannarilli: l’aiuta a restar concentrato, gli dà consigli. Fece così anche con Chimenti, nel ‘93/94: Delio Rossi lasciò Genovese tra i pali per 6 partite, poi toccò a Chimenti contro la Lodigiani e il portiere più anziano, nel momento del sorpasso, contribuì alla crescita del più giovane che avrebbe fatto strada con la Roma e la Juventus.

Salerno non ha mai dimenticato Genovese, le promozioni del ’94 e del ’98. E lui, il “filo conduttore”, non s’è mai staccato da Salerno: vive in città, nella zona orientale, da 18 anni; i suoi figli sono nati quando giocava nella Salernitana; l’estate scorsa, ha vissuto a Nocera Umbra il suo quattordicesimo ritiro con la Salernitana. A fine luglio, in un’intervista, disse: «Sono ritornato a Salerno perché negli anni mi h regalato emozioni importanti. Nel mio piccolo, proverò insieme alla squadra a riportare entusiasmo in questa città. Quando scocca la scintilla, Salerno regala allo stadio giornate indimenticabili».

Ha lavorato con Pioli e Gregucci, Castori e Mutti, Costantini e Cuoghi, Bellotto, Novelli, Agostinelli, Brini e pure Breda. Ha resistito a tutti i ribaltoni, tranne un mese nell’interregno Castori-Mutti. Dopo l’anno sabatico col Salerno Calcio è tornata la Salernitana ed è tornato pure Gigi, il superstite. (p.t.)

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