Garofalo tifa per i granata «Possono sorprendere»

Il doppio ex della sfida di domani ricorda l’esperienza ligure con Schiavi e Bovo «Gabionetta farà la differenza, così come il pubblico. Un giorno spero di tornare»

SALERNO. All’Arechi c’è Salernitana-Spezia e Garofalo, l’amico di tutti, fa un pronostico, «scontato», solo sulle presenze allo stadio. «Ci sarà tanta gente - dice il calciatore del Novara, doppio ex - questa è Salerno, gli avversari restano sbalorditi». Della Salernitana, che l’ha svezzato e poi l’ha fatto debuttare in B, Garofalo sarebbe un calciatore bandiera «e il mio sogno nel cassetto è ritornare, un giorno». Con lo Spezia, invece, il mancino ha giocato nel 2012/13.

Per Schiavi e Bovo, con lei in Liguria, sarà rivalsa?

«Uno stimolo in più. Il nostro Spezia era forte ma fallì l’obiettivo: c’eravamo noi tre, Okaka, Di Gennaro, Sansovini, Goian, Porcari, Sammarco, Madonna. Serena allenatore dopo la promozione in C1, poi arrivò Atzori e concluse Cagni. Ora Bovo e Schiavi sono valore aggiunto della Salernitana ma il fenomeno è Gabionetta, con me e con Pestrin a Torino».

Mai visto così in forma?

«E’ l’anno suo, è cresciuto perché dalla vita s’impara e se conserva la continuità è devastante. In B, se ha la superiorità numerica, attrae gli avversari e può essere letale. Gabio sta pure segnando. Torrente lo sprona, fa bene. “Vincenzone” è un secondo padre per me, lo stimo, è preparato. Quando ha i giocatori forti sugli esterni, è bravo ad isolarli preparandoli all’uno contro uno».

Ha affrontato la Salernitana in Supercoppa di Lega pro. Come la ritrova?

«Rinforzata dagli acquisti di categoria. Schiavi è un difensore importante e davanti c’è Coda che sfonderà e di sicuro può chiudere in doppia cifra. La squadra è formata bene, pure a Brescia ha messo in evidenza aspetti importanti. Se con l’Avellino s’è mostrata spumeggiante, in Lombardia è andata sotto ed ha recuperato: ha mostrato la faccia cattiva della matricola che deve innanzitutto badare a salvarsi».

Ancora spazio per Garofalo in futuro nella Salernitana?

«Lo spero. Sarebbe la ciliegina sulla torta finire dove ho iniziato e dove mi hanno dato la possibilità di avvicinarmi al calcio prof. E’ un sogno che ho nel cassetto ma a Novara ora sto benissimo e i tifosi mi amano. Ho ancora un anno di contratto, scadenza giugno 2016, ma con presidente e ds ho un rapporto importante, di stima reciproca, sanno che posso dare una mano ai più giovani e basterebbe uno sguardo per firmare il prolungamento. Non ho fretta».

In granata, però, sarebbe calciatore bandiera...

«Ho fatto 7 anni a Salerno, compreso il settore giovanile, dai Giovanissimi alla Primavera con un anno intero in prima squadra sia con Pioli che con Zeman. Il mio giorno più bello è il 15 dicembre 2002, Salernitana-Triestina 2-2: entrai per Giacomo Tedesco. Mi fece debuttare Zeman. Quel giorno lo metto insieme alle cose più belle della mia vita, insieme agli affetti più cari».

A Salerno è difficile pure fare i terzini. Criticavano Molinaro: “crossa in curva..”. Lei è terzino o non più?

«Col tempo sono diventato quinto a sinistra nel 3-5-2 ma Baroni a Novara mi sta adattando quarto a sinistra, nel 4-3-3. La Salernitana a sinistra è coperta. Conosco Rossi, un anno con lui a Siena: è grande professionista, ragazzo di assoluto affidamento, voluto da Torrente perché ha avuto il piacere di lavorare con lui a Bari, quando ha sostituito me che ero andato allo Spezia. Rossi se la giocherà con Franco. È rapido, ha buon piede». (p. t.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA