«Gabionetta straordinario Questo gruppo fa paura»

Il direttore sportivo del Brescia, Renzo Castagnini, è uno degli ex della sfida «La squadra vista contro l’Avellino è stata perfetta. Il brasiliano è eccezionale»

SALERNO. È stato uno dei protagonisti della promozione in serie B della Salernitana. Renzo Castagnini ha saputo dirigere dietro le quinte con estrema professionalità (e risultati) i granata che dopo tre anni di serie C1 riuscirono a raggiungere la cadetteria. Domani, da direttore sportivo del Brescia, si ritroverà di fronte il suo passato.

Che effetto le fa incontrare la Salernitana?

E' sempre un po' strano ritrovare la mia vecchia società. Ho lavorato benissimo a Salerno, ho trascorso anni importanti e non sarà mai una partita come le altre quella contro la Salernitana.

Come ha visto i granata nel derby contro l'Avellino e dove può arrivare?

Hanno giocato novanta minuti perfetti. Squadra tonica e determinata, aggressiva, corta e soprattutto con individualità molto importanti. Difficile fare già pronostici da adesso, ma se continueranno come hanno iniziato, possono togliersi belle soddisfazioni perché mi sembra un squadra costruita per lottare per le posizioni alte.

Chimenti, Fresi, Grassadonia, Breda e Iuliano sono solo alcuni dei nomi che lei portò a Salerno. Qual è stato il colpo che ricorda con più piacere?

Non è facile dirlo. In quel periodo arrivarono a Salerno giocatori importantissimi che poi rivedemmo nel giro di pochi anni anche in seria A ed in nazionale. Credo però che Iuliano e Chimenti siano stati i colpi più importanti. L'acquisto del portiere lo ricordo con estremo piacere. Avevamo Genovese, l'estremo difensore più forte di quella serie C, ma mi venne la brillante idea di cambiare. Chimenti mi sembrava più adatto per quello che era il gioco di Delio Rossi. Era molto bravo coi piedi, ebbi l'intuizione di cambiare nonostante i pareri contrastanti dell'ambiente ma per fortuna tutto andò per il verso giusto.

Tra gli acquisti di quest'anno invece chi può fare la differenza nella Salernitana?

La società ha fatto un buon mercato e ha regalato a Torrente un'ottima squadra. Gli attaccanti sicuramente saranno il valore aggiunto della Salernitana, Gabionetta ha dimostrato già l'anno scorso le sue qualità e da come è partito ha fatto già vedere di avere qualcosina in più rispetto agli altri se è in giornata.

C'erano più pressioni all'epoca o nel calcio di oggi?

C'erano all'epoca e ci saranno sempre. Anche quando ero a Salerno ricordo che alla prima in Coppa Italia c'erano circa mille spettatori all'Arechi contro l'Udinese ma altri quattromila tifosi erano fuori a protestare perché secondo loro la squadra che avevamo fatto era troppo giovane. Non si respirò una bella aria almeno fino ad ottobre. Poi per fortuna le cose si sistemarono e tutto finì nel miglior modo possibile.

Ha lavorato anche per il Tottenham. C'è davvero una differenza enorme tra il calcio inglese e quello italiano?

Purtroppo tra noi e l'Inghilterra c'è la stessa differenza che c'è tra il giorno e la notte. Lì si gioca, si finisce la partita e si va a casa. Quando ci si ritrova, si lavora per migliorarsi sempre ma tornando al discorso delle pressioni tutto è completamente diverso: le pressioni lì sono interne, di responsabilità, trasmesse dalla società che si pone degli obiettivi ed ovviamente intende anche raggiungerli. Non ci sono mai stati problemi con tifoserie o con l'ambiente esterno. Se proprio devo dire qualcosa che non mi va giù degli inglesi sono i tabloid. Quelli si che rompono le scatole.

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