Funziona la cura Perrone La Salernitana serve il tris

Rimonta con il Borgo a Buggiano: a segno Perpetuini, Molinari e Guazzo

SALERNO. Continua a vincere e continua a non avere pace. È lo strano incedere della Salernitana. In quattro mesi però molto è cambiato. Perrone sfila via, al solito, prima dei giocatori che si preparano alla corsa sotto la Sud. Il tecnico s’avvia verso gli spogliatoi e i tifosi l’applaudono. Fragorosamente. Meritatamente. Lo sa persino il saggio e mite allenatore che alza le braccia, saluta gli ultras e ricambia l’applauso. Esce lui e da dietro sbuca Lotito che marcia per la solita traversata sotto la Sud. Ci va applaudendo ma dopo i primi fischi e insulti, c’è chi lo convince ad andare via. In 4 mesi molto è cambiato, per fortuna non il rendimento dell’ultimo. La Salernitana va. Di rimonta, con qualche sofferenza, senza sprizzare gioco di qualità. Però vince, conquista la terza vittoria di fila e continua nella rincorsa alle prime. L’avvio choc del torneo pare ormai un ricordo: la cura Perrone ha portato 10 punti in 4 gare. Una squadra diversa, non negli uomini ma nell’assetto, soprattutto nella testa, nei muscoli, nella fiducia: lo svantaggio inziale un mese fa l’avrebbe consumata tra isterie e castronerie. Con Perrone, invece, nulla accusa dopo l’iniziale svantaggio. Resta tranquilla, serena, va avanti per la propria strada, senza derogare. Un merito tutto di Perrone.

Senza Ginestra, s’affida al tridente sperando sia veloce e ficcante. Non sarà così, almeno nel primo tempo. Perchè la circolazione della palla è lenta e scolastica, perchè i granata non hanno veri esterni di gamba e di falcata che assicurino profondità, non giocatori che si aprano sul lancio dalla metà campo. Ricci è anonimo a destra, la catena con Luciani non si scioglie mai. Il Buggiano ha gioco facile: presidia le fasce col suo 5-3-2, si copre e copre le corsie, per affondarlo servirebbero ampiezza e profondità ma la Salernitana si dimena inseguendo il gol con giocate centrali, a volte imprecise, spesso ripetitive. Servirebbero giocatori di fascia ma i granata non ne hanno: Luciani e Ricci si tengono molto, l’esterno offensivo aspetta sempre il pallone anche se su di lui ci sarebbe un rigore (strattonato vistosamente), dall’altra parte Chirieletti (traversa clamorosa da trenta metri con la deviazione fortuita di Caciagli) non spinge e Gustavo tende sempre ad accentrarsi. Mancini gioca sulle punte ma le punte latitano: Guazzo cerca la sponda, negli affondi cerca l’acrobazia che però non gli riesce. E così il primo tempo si chiude sulla parità, rotta in avvio di gara da una manata di Montervino che costa il rigore realizzato da D’Antoni e ristabilita al 18’ con un colpo di testa di Perpetuini su una palla cadenzata di Gustavo. Bisognerebbe cambiare registro e ritmo, Perrone in avvio di ripresa cambia solo di posizione Gustavo e Ricci che però resta sul prato poco. Gli dà il cambio il tarantolato Vettraino, più sveglio e potente. Il risultato cambia però ancora sugli sviluppi di un angolo: Mancini calcia lontano, Gaffino fa una gaffe planetaria e Molinari tap-in di testa. La Salernitana potrebbe sciogliersi in contropiede ma non ci riesce, Guazzo si vede annullare il secondo gol sempre per fuorigioco, i toscani seminano qualche brivido. Questione di centimetri: Dimas centra la traversa, in contropiede Vettraino semina avversari ma Gustavo dilapida. Le imprecazioni durano un amen: l’atterramento in area del brasiliano consente a Guazzo dal dischetto di rompere il digiuno all’Arechi. Che alla fine festeggia la terza vittoria di fila, applaude Perrone e prende a fischi ed improperi Lotito. Non è (ancora) aria: magari l’impresa del riappacificamento riuscirà al mite e saggio Perrone.

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