IL COLPO DELLA SALERNITANA

«Franck, un brand per tutto il territorio»

Il “debutto” del generale Marchetti: «Ci farà conoscere nel mondo, con lui si creano le basi per un futuro importante»

«Sa, io ho girato il mondo...». È un intercalare che utilizza spesso, spessissimo nei suoi discorsi. Figlio di una vita nelle forze armate, dedicata a servire lo Stato. Il generale Ugo Marchetti lo pronuncia a più riprese anche nella sua prima uscita pubblica a Salerno. E lo sussurra, più volte, anche a Franck Ribery. Il campione francese lo ascolta con un sorriso, sulla terrazza dell’albergo di Raito affacciata sul mare: Marchetti gli consiglia prelibatezze gastronomiche, di visitare Amalfi e Positano con la famiglia. Già, la Costiera. È un punto focale delle idee dell’amministratore unico della Salernitana: «Ribery è un come un brand, un marchio che porterà in alto il nome della nostra squadra, della città di Salerno e di questo magnifico territorio che ci circonda», dice sotto il pergolato della terrazza di Raito.

«Vedrà, quest’operazione ci aiuterà tantissimo: abbiamo posto le basi per renderci ancora più attrattivi agli occhi nel mondo. Riusciremo nella nostra missione, sono convinto che andrà tutto bene », racconta - utilizzando la citazione più conosciuta dell’ex premier Giuseppe Conte - prima di stringere mani a chiunque, bloccato - e, probabilmente, anche accaldato - in un elegante vestito scuro. È uno dei più divertiti, il generale Marchetti, della pazza giornata che accompagna l’arrivo dell’alieno Ribery a Salerno. Felicità che diventa passione, anche ardore, in conferenza stampa. Nel primo incontro ufficiale con la città, l’alto graduato della Finanza lancia messaggi di speranza. Di convinzione per il percorso cominciato a fine giugno. Di prospettive, vere e concrete, per il futuro: «Per me è un privilegio essere l’amministratore unico della Salernitana», la premessa al microfono della sala allestita per l’occasione presso la sede di Caffè Motta.

«Non amo ascoltare che la Salernitana è una società in sofferenza e senza potenzialità di crescita. Sono orgoglioso di rappresentare un’azienda sana, pronta a guardare al futuro con grande orgoglio, testimoniato dai fatti. Possiamo vivere tutto questo e siamo felici perché stiamo rappresentando al meglio questa squadra, questo club e questa terra». Da qui, dunque, parte l’analisi del percorso finora superato: «La Salernitana ha difficoltà strutturali che non dipendono da lei ma dall’esterno ma le combatte. Da ex generale combatto ogni giorno perché vale la pena sostenerla. Ribery è l’ultimo passo di un percorso iniziato nei mesi scorsi, dopo aver incassato giudizi pesanti. La Salernitana è nostra, non è mia, perciò godiamo insieme questo traguardo raggiunto. Mi ritengo fortunato nel poter accogliere questo grande talento. Ribery è un galantuomo che sa giocare benissimo al calcio ».

Sul futuro e sul possibile passaggio di mano, però, Marchetti - che ha incassato pure i complimenti del sindaco Vincenzo Napoli e del ds Angelo Fabiani, orgoglioso di essere riuscito a portare in granata un calciatore di livello mondiale come Ribery e che annuncia la fine della campagna acquisti (per Gondo si resta sempre in attesa dell’ok da parte della Figc) - glissa: «Speriamo di trovare in un compratore adeguato sia economicamente che eticamente. Noi stiamo dando un segnale della serietà e della bontà di questa azienda. Merita una proprietà che rispecchi la serietà di questa azienda che, cosa quasi unica per il calcio, genera utili e non delle perdite. Non voglio perdere, nella mia vita non ho mai perso, ho sempre vinto». E poi via, altre strette di mano, altri saluti. E la solita considerazione. «Sa, io ho girato il mondo. E una giornata così soltanto in una città come Salerno è possibile viverla...».

(ale.mos.)