“Fair play finanziario”, la nuova strada del calcio

Il libro di Antonio Sanges sulle strategie dei club: ricerca dell’equilibrio finanziario e merchandising

SALERNO. Le società di calcio sono ormai vere e proprie aziende e districarsi nella giungla delle legislazioni economiche e burocratiche è quanto mai impresa ardua. Antonio Sanges, commercialista salernitano specializzato in materia di bilanci delle società sportive, approfondisce questa annosa questione nel suo libro “Fair play finanziario: fuori i cattivi”, edito da Istituto Sport Economy. La parola chiave nel volume è “ridurre i costi” per i top club europei. Un motto che è diventato prioritario dopo il fair play finanziario voluto dal presidente Uefa Platini. È proprio su questo argomento che si sottolinea l’importanza dei conti in regola e le fasi attuative del progetto con una prerogativa sui conti dei club, sugli obiettivi e sulle regolamentazioni Uefa. L’autore, nel volume, identifica anche la necessità per i club di cambiare rotta con una gestione oculata e finalizzata a determinare un giusto equilibrio economico e finanziario. Nei primi capitoli si cerca di affrontare la questione analizzando sia gli aspetti normativi dell’azienda sport, sia illustrando il movimento sportivo italiano coi dati delle indagini Istat, Censis e Coni con relativa gestione e struttura organizzativa dell’azienda. Sanges lo fa con dovizia di particolari, spiegando come le società di calcio hanno cambiato la loro cultura del lavoro delineando la nuova struttura organizzativa di una moderna società di calcio resa più flessibile e strutturata rispetto alla triade (presidente, direttore sportivo-segretario) che la componeva qualche anno fa. L’autore poi focalizza l’attenzione sul marketing dell’azienda sport. Marchio e brand: il primo è un elemento di fondamentale importanza poiché attraverso la notorietà e l’immagine ci si può relazionare coi soggetti esterni trovandone “vantaggi competitivi”, la gestione del brand, invece, presuppone il prendere coscienza delle trasformazioni in atto anticipando le tendenze future. La disamina affascinante è inserita negli ultimi capitoli ove non solo si evince la possibilità del modello italiano di cambiare “pelle” e di non dipendere solo dai diritti tv (in Italia riguardano il maggior introito per una società, quasi il 70%) dando maggiore importanza al merchandising interagendo con il territorio e avvicinandosi ai sistemi europei, ma evidenziando come la gestione diretta degli impianti sportivi, in cui vi sono lacunose pecche burocratiche e legislative, è di fondamentale importanza per una società.