L'INTERVISTA

Fabio Capello e il rimpianto del talento Cerci

L’allenatore e i ricordi dell’oggetto misterioso della Salernitana

CAPACCIO PAESTUM - «Coraggio e voglia di osare». Scende in campo Fabio Capello, per un giorno professore per i tanti giovani dell’evento “A me è successo”, organizzato e promosso da Fmts Formazione. Ospite di Andrea Volpe all’Hotel Ariston di Capaccio Paestum, lo storico allenatore si è soffermato sulle motivazioni, sulle grandi capacità psicologiche da mettere in campo per vincere le partite. Impossibile, però, non sfiorare l’universo calcio, in un’analisi a 360 gradi che ingloba anche la Salernitana, con tanto di mano tesa a Ventura e di una tirata d’orecchie ad Alessio Cerci.

Mister Capello, Paestum è feudo granata ed è impossibile non partire dalla Salernitana. Cosa pensa della stagione dell’ippocampo?

Il campionato di serie B è lungo ed estenuante ma sono sicuro che i granata diranno la loro. Diamo tempo a Ventura di poter lavorare con calma. È un allenatore abituato a palcoscenici di alto livello. Ora si trova a dirigere una squadra in una categoria inferiore, c’è bisogno di adattarsi perché quando si ha una determinata idea di gioco si possono affrontare dei problemi.

L’ha sorpresa vedere Ventura scegliere di rimettersi in discussione accettando la B?

La passione spinge ogni cosa. La voglia di mettersi in gioco ti porta a ritornare sul campo, a lavorare, a fare qualcosa. Le questioni economiche, come sempre si pensa, non sono fondamentali. C’è quella fame di dimostrare che Ventura ancora possiede.

Sabato Romeo

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