L'INTERVISTA

Fabiani, scossone alla Salernitana: "I provvedimenti non si annunciano"

Il ds parla a La Città e spiega: "Bollini non è in discussione"

Angelo Fabiani prova a ristabilire l’ordine. Il direttore sportivo della Salernitana toglie Bollini dal banco degli imputati e chiede umiltà da parte di tutti. Dopo alcuni giorni in cui si sono susseguite voci su un possibile divorzio con Bollini, il dirigente granata fa il punto della situazione sulla compagine guidata dal tecnico di Poggio Rusco che, a detta del diesse, non è in discussione.
 Sono giorni particolari, si parla di frizioni tra società, dirigenza e tecnico...
«Colgo l’occasione anche per ripristinare un po’ di ordine dopo un’intervista rilasciata a una nota emittente. Nel mio intervento non si metteva in discussione o si davano i famosi sette giorni all’allenatore. Se la società deve prendere un provvedimento lo fa nell’immediato e da questo punto di vista non si è voluto mettere sotto accusa l’operato di Bollini. Il mio intervento, se lo si ascolta attentamente, è legato al fatto che in organico abbiamo giocatori importanti ed in queste tre partite abbiamo raccolto meno rispetto a quello che ci si poteva aspettare. Nel calcio ci sta tutto ma è altrettanto vero che non bisogna cullarsi sugli applausi dei tifosi. Questo però non basta perché dovevamo raccogliere di più. Era un monito a tutto l’ambiente e quindi anche allo staff tecnico, piaccia o non piaccia. La proprietà quest’anno ha investito, contrariamente a quanto sento dire, quindi chi lavora a Salerno deve comprendere l’importanza di questa piazza e noi tesserati siamo al servizio della Salernitana, non il contrario. Se non si ha l’umiltà necessaria non si va da nessuna parte, altrimenti si faranno delle valutazioni a trecentosessanta gradi».
 A suo avviso questa squadra può giocare col 4-3-3?
 «Non devo essere io a stabilire il modulo più adatto a questa squadra. Nella mia carriera mi sono sempre limitato ad osservare ma le scelte del tecnico non sono sotto accusa, le partite le puoi vincere e le puoi perdere con tutti i moduli. Io ho una società rappresentata da Lotito e Mezzaroma che allenano Fabiani il quale a sua volta allena il tecnico. Io devo portare dei risultati alla proprietà, i calciatori devono soddisfare l’allenatore e così via, non c’è nulla di strano. Se mi arrabbio è perché voglio il massimo».
 L’ultimo arrivato è Emmanuele Cicerelli. Come mai l’ufficialità è arrivata dopo così tanto tempo?
 «Cicerelli aveva una posizione federale diversa e quindi è stato tesserato successivamente al pari di Rizzo: non c’era nessun problema, semplicemente esulava dalle tempistiche del calciomercato. Con Cicerelli c’era già un accordo di massima che andava ratificato a fine mercato».
 Che voto dà al calciomercato della Salernitana?
«Non sono abituato a dare voti, sarà il campo a giudicare il lavoro del sottoscritto. Dovevamo prendere tre attaccanti e lo abbiamo fatto. Abbiamo preso due centrali di centrocampo ed è arrivata anche una mezzala. Il terzino destro è stato acquistato. Abbiamo alternative e giocatori giovani in tutte le zone del campo». 
 Domenica scorsa Luiz Felipe ha fatto il suo esordio in Serie A, eppure a Salerno ha trovato poco spazio.
 «Sono contento per Luiz Felipe così come per Strakosha e Joao Silva. Prima di etichettare un giocatore bisognerebbe dargli la possibilità di esprimersi, spesso vengono giudicati come dei cadaveri troppo presto. Quest’anno abbiamo in organico degli ottimi elementi che possono fare molto di più, l’importante è scendere in campo con l’umiltà degli ultimi della classe e così i risultati arriveranno».