Emanuele Belardi

L'EVENTO

Emanuele Belardi non para l'emozione: gol della figlia Linda

L'ex portiere racconta le sensazioni più indescrivibili della sua vita per la nascita della sua bambina

TREGGIO CALABRIA - Si possono raccontare notti di Champions, di trionfi, di coppe alzate al cielo. Ma quando si deve raccontare l’emozione per la nascita di un figlio anche a un campione vengono gli occhi lucidi. Emanuele Belardi, ex portiere di Reggina e Juventus, di emozioni su un campo di calcio ne ha vissute tante. A quasi 40 anni, però, si è ritrovato a raccontare le sensazioni più indescrivibili della sua vita per la nascita di Linda, batuffolo di 3 chili e 330 grammi che gli ha regalato la moglie Viviana e che ha il nome della nonna. «E’ stata una sensazione forte, ero all’esterno della sala operatoria, avevo la maglia madida di sudore. Ho sempre pensato di volere un maschio perché potesse giocare a calcio, ma quando ho saputo della gravidanza di Viviana ho solo sperato che tutto andasse per il meglio. Poi, mi dicono che le femminucce hanno un affetto speciale per i papà». Linda è nata a Reggio Calabria, la città adottiva del portiere di Eboli: «Qui ci sono i nostri medici, ci hanno seguito in ospedale, è andato tutto bene».

La bambina un giorno saprà della grande carriera del papà. «Non sarò io a raccontargliela, ma lei a fare domande. La nostra idea è che possa vivere a Reggio Calabria, qui mi conoscono e sicuramente qualcuno le parlerà di me, io potrò solo dare risposte alla sua curiosità». Sulla bacheca facebook della Scuola calcio Belardi oltre 400 messaggi di auguri: «Ho risposto a tutti - dice Emanuele - Bellissimo». Emozioni intense, come l’abbraccio con Viviana dopo il parto: «Era già in piedi in sala operatoria. Lei è una guerriera, non si ferma mai. Un’imprenditrice, una donna forte e straordinaria. Le ho detto grazie». Una sola grande assenza: «Papà Antonio. E’ andato via quando avevo 17 anni, si è perso la mia carriera. L’ho pensato molto». Ma papà Antonio c’era, vero Emanuele? «Sì, c’era. C’è sempre. E tutto è andato bene...».