L'INTERVISTA

Egon Vigna verso la quarta Olimpiade

Vela a Tokyo, il salernitano è tecnico della Nazionale femminile della classe Laser

Il salernitano Egon Vigna , tecnico della Nazionale olimpica femminile della classe Laser, potrebbe essere ai Giochi olimpici di Tokyo in programma la prossima estate. Si tratterebbe della quarta partecipazione dopo le precedenti Olimpiadi di Pechino, Londra e Rio de Janeiro. Intanto, ottenuta la qualificazione, la 31enne Silvia Zennaro , selezionata proprio dal tecnico salernitano, è pronta a partire per il Giappone. «Mancano 149 giorni alla prima regata olimpica. Nelle tre Olimpiadi a cui ho già preso parte ho imparato una cosa: potrò essere utile come tecnico fino al giorno prima col supporto psicologico all’atleta, poi si va in acqua e può accadere di tutto», dice Egon, che della vela ha fatto una professione e che oggi è socio dei sodalizi salernitani Circolo Canottieri Irno (di cui fu, inoltre, allenatore per un ventennio) e Lega Navale Salerno.

Partirà per Tokyo 2021?

Nessun tecnico ha ancora questa certezza. Per gli atleti è diverso: noi abbiamo selezionato la classe, e quindi la barca, in occasione del mondiale in Danimarca del 2018, dopodiché la federazione ha fatto il nome delle prime tre atlete che potranno partire per Tokyo e tra queste c’è Silva Zennaro, alla sua seconda Olimpiade, che è una delle ragazze che io seguo. Per i tecnici, il numero cambia moltissimo e quest’anno c’è anche la variabile Covid che potrebbe far ridurre ancor di più le presenze. Sarà il Cio a comunicare ad ogni Comitato olimpico nazionale i posti a disposizione e a sua volta il Coni comunicherà il numero alle federazioni.

A proposito dell’emergenza sanitaria, com’è andata la preparazione a quest’Olimpiade?

Come accade spesso, nonostante questo evento abbia penalizzato tutti, c’è chi, soprattutto nell’ambito di una qualificazione olimpica, ne ha tratto dei vantaggi. Insomma, quelli che erano più avanti avrebbero preferito che fosse fatta l’anno scorso, mentre le più giovani della squadra grazie allo slittamento di un anno hanno potuto sperare nella qualificazione. Per il resto, noi siamo stati toccati marginalmente, perché si tratta di uno sport diverso, in mare, con le dovute distanze tra atleti e allenatori. È soltanto cambiato il pre e il post allenamento, cioè i momenti di preparazione e valutazione, ma ci siamo adattati rapidamente.

Come è cambiato lei oggi rispetto alle precedenti esperienze olimpiche?

Sono allenatore della squadra olimpica dal 2005, quindi ho preso parte come tecnico a Pechino 2008, a Londra 2012 e Rio 2016. Penso che la differenza in queste tre esperienze, a cui andrà con probabilità ad aggiungersi la quarta, è la stessa che provano anche gli atleti. Magari la prima volta si è particolarmente giovani, l’Olimpiade è una cosa che ti piomba un po’ dall’alto, provi grande emozione e in qualche situazione sei un po’ confuso. Adesso so che il mio ruolo è importante sul piano tecnico fino a un certo punto, poi ciò che accade ad un Olimpiade è imprevedibile, ma lo è anche e soprattutto dal punto di vista del supporto psicologico e morale che, per i miei atleti, non manca mai.

Che rapporto ha con Circolo Canottieri Irno e La lega Navale di Salerno?

Come tradizione familiare, siamo da sempre legati al mare e non abbiamo mai vissuto la rivalità che di solito c’è tra soci di circoli diversi, perché per noi è sempre stato importante andare in mare. Sia io che mio fratello Antar siamo nati sportivamente alla Lega Navale Salerno, quando poi abbiamo voluto un po’ alzare l’asticella siamo passati al Circolo Canottieri Irno. Io però sono socio di entrambi da tempo e il legame è fortissimo.

Cosa pensa della vela a Salerno?

Nonostante Salerno sia una piccola realtà ha comunque tirato fuori tanti atleti, mio fratello ad esempio ha fatto un’Olimpiade, Alfredo Ricci invece fu giudice ad un’edizione dei Giochi olimpici. Sono contento del ruolo che ebbi anni fa per tenere uniti i circoli, mettendo su una scuola di vela comune. Inizialmente erano tutti contrari poi, assieme anche al Club Velico Salernitano, nacque la Scuola del Mare che, ancora oggi, va avanti con due allenatori che furono entrambi miei allievi.

Olga Sammauro