OLIMPIADI

Ecco i salernitani a PechinoC'è un bronzo per Pastore

Pastore, Schiavone e Di Martino portacolori della provincia di Salerno, cercano di lasciare la loro impronta nella scherma, salto in alto e canottaggio. L'intervista allo schermidore medaglia di bronzo


Giampiero Pastore risponde a telefono quando a Pechino è quasi mezzanotte. Finalmente disteso, dopo esser stato decisivo sulla pedana. E’ a "Casa azzurri", pronto alla diretta tv. Brinda con spumante e risponde alle domande, sommerso dalle urla di Montano. I compagni lo chiamano Barrichello, «perché in quanto a capelli siamo uguali».Come un pilota di formula uno col volante, ha impugnato la sciabola solo nella finale del terzo posto e l’ha fatta correre, quella sciabola.Assalti decisivi, come l’ultimo contro il campionissimo Kovalev.
Pastore, che sensazioni regala questa soffertissima ma meritatissima medaglia di bronzo?
«Bellissime, indescrivibili.Come se fosse la prima. Venivo da un periodo difficile, ho saputo ritrovare le forze e le energie per esprimermi al meglio, come piace a me, con aggressività e senza paura.Sono stato lucido; volevo, come i miei compagni, questa medaglia.Meritavamo di più ma è andata così.Alle Olimpiadi può succedere di tutto, vincere quando tutti ti danno fuori è ancora più bello».
Quarti e semifinale a bordo pedana, nella finale protagonista assoluto insieme al suo amico Montano.
«Avevo tanta rabbia, avevo accumulato adrenalina.Ho sempre dato il massimo nella gara a squadre, sapevo che dovevo dare il 100%. A volte ci riesci altre volte no.Stavolta forse ho dato anche di più».
Magari per dimostrare al ct che meritava il posto pure prima: forse sarebbe andata diversamente per l’Italia, visto l’assalto con i francesi di Occhiuzzi. Pastore decisivo, hanno detto tutti.
«Le scelte del selezionatore non si possono discutere, io le ho accettate senza fare polemica, perché è così che si ragiona quando si è in squadra. Magari mi ha dato più rabbia e forza, mi ha regalato più convinzioni e una sensazione nuova».
Quando ha saputo che avrebbe tirato lei?
«Dopo la semifinale, abbiamo parlato tra noi, i ragazzi mi hanno detto: daiGiampiero, fai vedere chi sei.Era dalla mattina che avevo una voglia matta di tirare, quando ho visto come si mettevano le cose in semifinale mi stavo buttando in pedana».
Rimpianti per una medaglia che poteva avere un peso diverso?
«Ora come ora penso che l’Italia della sciabola sia la squadra più forte al mondo. Venivamo da una stagione assai complicata ma abbiamo dimostrato, pur tra tante difficoltà, di avere tanta fame e voglia di combattere.Onore alla Francia, ma ci rifaremo».
Ripetersi non è mai facile.
«Questa medaglia l’ho voluta con tutte le mie forze, non volevo che quella d’Atene rimanesse sola soletta in bacheca».
Pastore mollerà adesso?
«Non ci penso proprio, l’obiettivo adesso èLondra 2012. Manca l’oro nella collezione, l’ho detto pure a Montano».
Dediche particolari?
«A me stesso, perché ho tenuto duro per 4 anni, e non è stato facile.E a chi mi è stato vicino: mia moglie Paola, i miei genitori, mio fratello e mia sorella».