Ebolitana: divergenze tra i soci

Piraino: «Situazione non impossibile». Belardi: «Cifre disastrose»

EBOLI. Sarà servito ai tifosi il dibattito di ieri sera per chiarirsi le idee sulla sorte dell’Ebolitana? Sicuramente non li avrà rassicurati, ci sono buoni motivi per crederlo. Il confronto pubblico fra gli unici due soci (rimasti) ha fatto emergere le solite perplessità sul passato, poche certezze sul presente e scarsa fiducia per il futuro.

A sentire i protagonisti - Daniele Piraino (fresco titolare del 75%) e Felice Belardi - i discorsi sono collimati solo su un paio di concetti: il riconoscimento al dirigente siciliano di essersi costantemente dato da fare per la serie D; l’accusa a chi, invece, «ha fatto promesse, mandato avanti gli altri e poi si è dileguato» (insomma, l'avvocato “azzecca-querele”). Sul resto, invece, risposte non proprio conformi alla richiesta di “verità” da parte dei sostenitori.

Per Piraino, che comunque in giornata potrebbe coinvolgere il sindaco, «la situazione non è idilliaca ma neanche impossibile: tra debiti e costi del prossimo campionato, servono 600mila euro. Considerato che ci sono anche entrate sostanziose, si tratta di un impegno sostenibile».

Non di questo avviso, l'attuale socio di minoranza. Che, insieme al fratello Emanuele, aveva posto giovedì scorso il termine per la sua proposta di rilevare la totalità delle quote. «Non è stato rispettato e già questo mi basterebbe per tirarmi indietro - ha detto Belardi - ma la realtà è che, giorno dopo giorno, sono venuto a conoscenza di una condizione economica disastrosa, con una cifra complessiva da impiegare vicina agli 860mila euro: ci sono da pagare varie consulenze (80mila, tra l’avvocato Chiacchio ed il commercialista De Vita), numerosi fornitori, tantissimi collaboratori non tesserati. Senza considerare multe, prossime e future».

Il tifoso che da ieri è rassicurato non sente bene.

Giuseppe Piegari

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