BATTUTO IL PESCARA 2-0

E' un trionfo granata: serie B

Apre Piccioni, chiude Di Napoli davanti a 30mila tifosi in visibilio e a una città in festa. E la ciliegina sulla torta della promozione la mette Pinna parando un rigore e facendo letteralmente esplodere l'Arechi

A tre minuti dal fischio di liberazione - ormai è già festa, scontata ma ora matematica - la Salernitana si lascia finalmente scoprire: è forte, è dura, è solida, è organizzata, è coerente ma le manca il lampo che incenerisce, la miccia che accende il fuoco. E’ in vantaggio sul Pescara dopo aver sofferto e ansimato. Conta i secondi alla fine, coi panchinari che vestono una maglia bianca che davanti ha una B enorme ma dietro nasconde una caduta di stile ("C1 ao Gufi"). Per certi versi è pure prevedibile. Per strada, durante un campionato lungo e snervante, ha lasciato pochi punti. E pochi sentimenti. E così il destino decide che bisogna pur regalare qualche emozione per infiocchettare una festa che sa più di liberazione che di conquista, che all’Arechi ha riportato trentamila persone ed un solo cuore che freme. Quello di Salerno batte per Re Artù, che l'ha infiammata coi gol e coi gesti da leader. Gli mancava solo la corona e la corona gliela buttano dalla curva quando, al 93’, trasforma il rigore del raddoppio.
Di Napoli segna e fa il giro di campo, mette le mani sul cuore e manda baci. «Salerno mi fa sentire giovane, imprendibile, invincibile», dirà alla fine. Che arriverà solo dopo che il destino abbia premiato un altro dei protagonisti. Perché il tempo è galantuomo e gli bastano pochi secondi per raggiungere Pinna, con Fusco il più continuo e con Di Napoli il più decisivo. Rigore al Pescara: Sansovini mira ma il sardo che ha una fidanzata che gioca a basket vuole la parata da tre punti. Volo felino e deviazione coperta dal fragore dell’Arechi che esplode in un boato che sa di gratitudine e ammirazione. Suggello della festa, liberazione che esplode alle 16.59, minuto che agli storici servirà per registrare la prima promozione della Salernitana Calcio, nata tre anni fa sulle ceneri della Salernitana di Aliberti che aveva lasciato la B tra rancori e delusioni. Il suo nome ripiomba nell’Arechi quando a DeLuca, sceso in pompa magna sul prato (accompagnato dai vigili urbani in uniforme da cerimonia) con Lombardi, gli vien messo davanti un microfono. «Grazie a tutti, grazie al presidente Aliberti». Il volto di Lombardi, già stravolto e spossato, si fa ancora più bianco. Attimo di imbarazzo per chi è rimasto in tribuna, poi il sindaco ripara. «Grazie, mille grazie al presidente Lombardi». Che prima fa il giro di campo per applaudire ricevendo una valanga d’applausi, e al microfono, dice. «La nostra vittoria è la vostra vittoria, dedicata ai tifosi qui e a quelli che non ci sono più, come i 4 ragazzi del treno». I giocatori fanno festa sotto la Sud, Di Napoli è l’unico in mutande e si fa capopopolo e capo ultras. Murolo lo bacia, stritola Pinna e poi si allontana. Mezzo stadio già non c’è più. I bambini sventolano le carte dei gelati come bandiere, e le donne hanno già le spalle scoperte perché è primavera. «Una nuova primavera», ha detto De Luca. L’evento promozione li ha portati allo stadio, pargoli e donzelle, con le scolaresche e le scuole calcio.
Promozione raggiunta aritmeticamente ma per la logica era già successo da tempo, ed in fondo era capitato in quasi tutte le domeniche di questa stagione lunga, strampalata e dominata. In testa dal primo all’ultimo metro, in 8 mesi i granata si sono divertiti a sgommare e rallentare, hanno gonfiato i muscoli e si sono un po' svagati, avevano 10 punti sulla seconda e si sono lasciati raggiungere per ripartire ancora. Non li prenderanno più. Grandiosi nell'accumulo come nello sperpero, superiori nella regolarità, nei nervi e nella tenuta agonistica, quella virtù che all’unisono ha fatto dire ai due allenatori della stagione (Agostinelli prima e Brini poi), «è una squadra che deve mettere in campo il carattere che ha, perché se lo fa non ha rivali». Una squadra fatta da Fabiani, un gruppo forgiato dal dg: è stata sua la fionda che ha rispedito Salerno in B. Anche se lui non ci sarà, calcio e mondo crudele.