E il morso del “cobra” è tornato ad essere letale

Potenza, precisione e rapidità nel colpo di testa con cui bomber Ginestra ha impallinato i salentini

SALERNO. Il giorno delle “stelle”, presentando Foggia, Esposito e Volpe, Lotito non aveva dimenticato di coccolare Ginestra, cioè il bomber dal grilletto facile che gli aveva già fatto vincere il campionato di C2, in coabitazione con Guazzo. Rinfrancato pure dal risparmio del premio fissato a 20 gol (Ginestra l’anno scorso si fece male a quota 17), il co patron aveva profetizzato: «In attacco siamo al completo, perché noi in attacco abbiamo... il “cobra”. Ahò, che poi il nomignolo ci sta anche bene, perché lui, Ginestra, è davvero come un serpente: se ne sta lì sornione, pare che dorma, e poi all’improvviso.. zacchete!”.

Il morso letale è arrivato puntuale contro il Lecce, decisivo quanto il gol di Siniscalchi perché ha riaperto una partita che Miccoli, dopo il gol, stava per mettere nel congelatore dei salentini. La torsione di Ginestra, su cross teso ma non agevole (leggermente dietro il corpo) di Luciani, è stato un gesto tecnico e atletico di rara bellezza. Così fulmineo, che in tre neppure hanno visto il pallone entrare in porta: gli stopper Vinetot e Martinez che hanno provato invano a francobollare il cecchino granata e poi Foggia che è saltato prima di Ginestra ed ha aumentato il coefficiente di difficoltà della prodezza, perché ha rischiato di fargli velo rubandogli il tempo. Mancano pochi centri al gol numero 150 della carriera, ma quest’altra gemma del “cobra” vale più delle cifre tonde: è premio alla professionalità e al sentirsi atleta sempre, pure a 34 anni. Ginestra incarna l’ideale del calciatore che decanta Lotito: «Qui a Salerno si riga dritto e non si viene a svernare». E infatti mentre tutti gli altri erano in vacanza a giugno e luglio, il centravanti sgobbava al “Terzo Tempo” perché sapeva di dover potenziare la muscolatura intorno al ginocchio. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: tirato a lucido, pimpante e sornione, il cecchino continua a segnare ad ogni latitudine. Quando Moriero, tecnico del Lecce, l’ha visto gonfiare la rete, ha ripensato a vecchi fantasmi. Era il 26 aprile 2009 quando il salentino (d’adozione) Ginestra affrontò allo “Scida” il Crotone di Moriero: realizzò l’1-1, Di Gennaro il sorpasso, il Gallipoli conquistò il +4 sui calabresi, un tesoretto che consentì di volare in B. (p.t.)

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